Memorabilia #5 – L’uomo giusto

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Al minuto 17 di Empoli-Inter si è acceso un riflettore immaginario, puntava in mezzo al campo e inquadrava Joao Mario. Non è il primo calciatore della storia ad aver rubato palla e servito un assist, per carità. Però:

  1. lo ha fatto bene. Pulito, preciso, elegante. Guardatevi il filmato. Entra in anticipo, prima ancora di terminare il movimento difensivo ha già la testa alta e guarda verso la porta altrui. E’ avanti sui tempi, sta facendo la seconda metà del lavoro prima ancora di averne completato la prima metà. Quando riprende la posizione eretta – che sembra quasi uno che passa di lì per caso, mica uno che ha appena conquistato un pallone a metà canpo – ha già visto dove mettere il pallone. Lo fa. Icardi ha davanti solo il portiere. 2-0.
  2. lo ha fatto con la maglia dell’Inter. Ora, prendendoci i rischi del caso (cioè quello di essere smentiti a stretto giro), sembrerebbe che abbiamo preso l’uomo che ci mancava, quindi l’uomo giusto. L’uomo che a centrocampo non avevamo, la qualità che cercavamo. Tutto questo in un ragazzo di 23 anni, quindi a lunga scadenza.

Potrebbe girarci la testa, ma siamo solo alla quinta giornata e tutto è terribilmente prematuro. Certo che vincere una partita in sette minuti con

a) centravanti giovane che segna un casino

b) centrocampista giovane duttile e forte

c) esterno stagionato ma bravo a fare i cross

provoca un senso di vertigine in una tifoseria che aveva mediamente dei serie dubbi sul punto a) e non aveva in mano un emerito cazzo ai punti b) e c) fino a qualche settimana fa. Direi che  è umano. E umano lo è anche Joao Mario, qui non si vuol santificare nessuno. E’ che, dopo anni di carestia, nella zona mediana ti mettono in squadra Banega e Joao Mario contemporaneamente: e tu che fai, non fantastichi nemmeno un pochino?

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