Se eravate a casa e pensate di aver perso due ore della vostra vita abbiate la buona creanza di dedicare un minuto di silenzio a chi come me era allo stadio ad assistere a una delle partite più bizzarre della storia dell’Inter (l’aggettivo è pertinente e ben educato). Nulla di quanto è successo ieri in campo ha un senso e proprio per questo motivo tutto potrebbe prenderne. L’Hapoel ha giocato una buonissima partita, lo scheletro della squadra è lo stesso dell’11 che ha messo in seria, serissima difficoltà la Nazionale appena una settimana fa, le modalità di aggressione e pressing sono le medesime. Buon per loro.
L’Inter o quella cosa che ieri è scesa in campo con una maglia tributo alle gazzose di tutto il mondo e ha giocato un calcio assurdo, l’Inter potrebbe uscire rafforzata da una sconfitta imbarazzante, inspiegabile eppure prevedibile. Per tre semplici motivi, che riassumeremo con parole chiave:
Consapevolezza – Non quella dei giocatori che ieri avevano la possibilità (alcuni di loro la centesima, altri ancora la centesima del tutto immeritata), di dimostrare di potersi inserire in un nuovo sistema di gioco, di non essere disperatamente mediocri, di avere qualche dignità. Al solito hanno fallito dimostrando ormai con scientifica precisione che nemmeno Pep Guardiola potrebbe salvarli da quel concentrato di demotivazione, depressione e cumulo di limiti tecnici che li ha trasformati in quello che sono, in Melo, Nagatomo, Ranocchia, Medel, D’Ambrosio (per lui vale il solito discorso a parte, perché almeno corre e ci prova), Santon e compagnia danzante. Direte: ma Medel in nazionale è un’iradiddio. Tutto vero e se così è, a de Boer l’onere di scoprire i motivi del contagio, dei terrificanti miasmi che alla Pinetina trasformano i principi in Ranocchia
Colpe – Un allenatore può sbagliare, due anche. Otto allenatori non possono aver sbagliato tutti, anche solo la legge dei grandi numeri spinge a pensarla così. Ci sono limiti che una buona organizzazione di gioco può arginare, ce ne sono altri che proprio sono irreversibili. Massacrare de Boer sarebbe un’idiozia enorme, diciamo che ha avuto fiducia in un’altra forma di contagio, quello positivo della partita di Pescara. Non una vittoria a Barcellona ma una partita di lotta e corsa contro una squadra organizzata e modesta. L’atteggiamento era quello giusto e ieri sera de Boer ha fatto la conta: quanti di quelli che non erano in campo a Pescara sono affidabili, quanti possono partecipare al nuovo progetto? La risposta è semplice: nessuno.
Opportunità – ora arriva la Juventus e un’umiliazione come quella di ieri può avere un effetto positivo sullo spirito e sull’orgoglio di chi ancora non è del tutto perduto. In attesa di capire cosa sta succedendo a Brozovic, confidiamo che gli altri, che chi ha partecipato anche per pochi minuti alla porcheria di ieri sera abbia voglia di riscatto, che voglia scrollarsi di dosso l’orribile etichetta che una partita insultante ha suggerito a tutti noi che non eravamo in campo. Mediocri. Perché la mediocrità è una condanna terribile, la peggiore per chi continua ad avere ambizioni e la speranza di vedere del calcio decente
Sono appena stato su un altro blog nerazzurro (dove non si parla solo di Inter a dire il vero) il cui titolare si mette addirittura in silenzio stampa dopo la figuraccia di ieri sera. La botta è stata forte e ognuno la assorbe come sa, per fortuna qui c’è ancora un alito di ottimismo e ne approfitto per respirare un pò, ne ho un disperato bisogno…
Prestazione orripilante, peraltro purtroppo prevedibile, anche a causa di quel sinistro “Sheva” nel nome. Diciamo che leggendo la formazione infarcita di riserve (Melo, Ranocchia, Biabiany, D’Ambrosio…ah no d’Ambrosio non è riserva…sic…) si poteva facilmente intuire il peggio. Ecco, magari si intuiva il peggio come risultato, la mole di gioco costruita (ovvero nulla) è però terrificante.
Frankie ha iniziato col piede sbagliato ma, come scriveva Settore qualche articolo fa, diamogli tempo: ha preso un mese fa una squadra (i) schizofrenica nel DNA; (ii) con 10/11 giocatori titolari degni di questo nome (includo Brozo ed escludo quelle sottospecie di terzini); (iii) con una condizione fisica indecente causa preparazione atletica inesistente/insensata (grazie Mancio, proprio tu che “Non sarò mai un problema per l’Inter”…); (iv) con una società alle spalle che di casini ne ha fatti un po’ (vedi gestione Mancio). Atleticamente, non è possibile fare peggio: significa che in futuro si migliorerà. Così almeno una buona notizia c’è. Quello che non capisco è come sia possibile che calciatori di serie A (che vorrebbero giocare la champions) facciano errori grossolani nei fondamentali che si insegnano a scuola calcio ai bambini delle medie.
Ciò detto, io passo da vacui innamoramenti a profonde delusioni: magari vale anche il passaggio inverso e contro la Vecchia Baldracca si esulterà, chissà. Ad oggi, mi sembra difficile crederlo.
Amala comunque, amala di più.