Lettera a Gabriel Barbosa e al suo buffo soprannome nel giorno del probabile esordio

Caro Gabriel,

ti scrivo questa Mia nel giorno del probabile esordio con la maglia della squadra che amo, tifo e sopporto da parecchio prima che tu nascessi. Non ci siamo mai visti e mi pare d’obbligo una presentazione formale, per stabilire dei rapporti cortesi in attesa di scegliere se essere amici o rimanere buoni conoscenti.

Noi siamo l’Inter.

A voler essere più precisi e meno approssimativi, siamo i tifosi dell’Inter. Devi sapere Gabriel che ci sono giocatori che a causa nostra se la sono vista brutta e a suon di fischi hanno perso fiducia nei propri mezzi, che i fischi fossero giusti o terribilmente gratuiti. Siamo generosi e innamorati, passionali ed esigenti, lunatici e del tutto incoerenti ma ci siamo, sempre. Abbiamo una naturale propensione a innamorarci di quelli talentuosi e discontinui e tu sembreresti capitato a proposito.

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Non vogliamo nasconderti che noi si cercava quell’altro Gabriel, quello che se n’è andato a Manchester a prendere pioggia e applausi e a diventare un giocatore mostruoso grazie a Pep, ma sei arrivato tu e ci siamo comunque entusiasmati. Certo ad alcuni di noi quel soprannome pare un po’ azzardato, una roba da ganassa. Sei arrivato come Gabigol e ci siamo un po’ preoccupati tutti, perché di attaccanti buoni caro Gabriel dalle nostre parti ne sono passati tanti, ma non uno che avesse osato aggiungere il suffisso -gol al nome di battesimo o al cognome. Certo, ce n’è uno che chiamavamo BoboGol, ma è tutta un’altra storia e comunque il ragazzone se l’era meritato in campo facendone carrettate, di gol. Con grande saggezza hai optato per il più sobrio Gabriel B, che però non ti mette al riparo dalle nostre altissime aspettative. Ci dicono che sei uno che salta sempre l’uomo, che gioca di fioretto e vede la porta. Non sono credenziali da poco. Ci dicono anche che hai un piede solo, che nonostante la compattezza non sei particolarmente potente e che è difficile che tu possa giocare prima punta e anche questi non sono difetti da poco.

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Alcuni di noi vivono ancora l’incubo dell’inadeguatezza di Recoba, potenzialmente uno dei migliori di sempre e nella pratica solo una terribile incompiuta. Caro Gabriel cerca di non essere quella roba lì, prova a stupirci con concretezza e corsa. Il campionato italiano può essere molto cafone, te lo diciamo ora perché tu poi non abbia di che stupirti. Tu sei Gabriel Barbosa, titolare della Seleçao, ma qui non frega nulla a nessuno. Qui sei uno dei tanti che devono passare la prova dei tacchetti di vecchi mestieranti come Dainelli e Cesar, come Barzagli e Gastaldello, gente di cui ignoravi l’esistenza (tranne Barzagli, presumo), e che invece renderà la tua vita un po’ più complicata a suon di pedate. Tanto tempo fa esordì nell’Inter un altro giovane brasiliano, un giocatore che arrivava con credenziali diverse dalle tue, già acclamato come il più forte del mondo, forse uno dei migliori di sempre. Giocò un primo anno memorabile ma la sua partita d’esordio fu complicata, il caldo e il Brescia di Giuseppe Materazzi trasformarono una festa annunciata in una giornata diversa, più complicata e che terminò con il trionfo di quell’altro, di quello che tra i due sarebbe l’esempio da evitare, di Alvaro Recoba. Ecco Gabriel Barbosa, noi siamo questi e siamo pronti ad innamorarci delle tue funamboliche giocate, basta poco per infiammarci e questa è la partita giusta, perché potrebbe essere davvero faticosa, perché c’è la concreta possibilità che tu possa entrare in campo per cercare di sbloccarla o di rimetterla in sesto. Certo, come parte di un gruppo e non come solista, perché qui c’è da correre Gabriel, c’è da aiutare e da inserirsi in una cosa che comincia a prendere forma e potrebbe essere bellissima. Noi siamo questi e tu chi sei?

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Buona serata Gabriel Barbosa, questi sono i casi in cui i veri paraculi augurano ai giocatori di divertirsi. Siamo sinceri: giocare contro l’Empoli al Castellani non è mai stato divertente. Non lo escludiamo in senso assoluto e se ci riuscissi sarebbe fenomenale, ma è molto complicato. Piuttosto possiamo augurarti di esordire e non restare in panchina e di cercare di renderti utile rimanendo te stesso,  che sembra un po’ una contraddizione per un funambolo ma se ci pensi bene non lo è. Forza Gabriel Barbosa, di Gabigol parleremo più avanti.

Tuo,

Il Nero e l’Azzurro

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