Per voi cinici, che avete una discarica a cielo aperto al posto dell’organo muscolare cavo, per voi, che marcite nelle vostra insensibilità, eccezionalmente daremo lustro a un vecchio format di questo blog: cinque cose sì e cinque cose no.
Cinque cose sì.
Icardi.
Lo si mette al primo posto perché ha condensato in questa gara tutto quello che Luciano gli ha chiesto nell’arco di un anno. Boa, pivot, schermidore. E passi che anche stasera ne ha zappati un paio. 25 gol fin qui sono sempre moltissima roba.
Brozo
Il calcio è materia strana, impalpabile, cangiante. L’ultima volta che ho scritto di lui era nella sciagurata trasferta a Reggio Emilia, ripromettendomi di farlo scomparire dalla mia mente per salvaguardare il mio ménage familiare. Luciano ne ha fatto un giocatore nuovo retrocedendolo e razionalizzandone la corsa. Ne è uscita una cosa diversa che spiegare non saprei. È come se John Lyndon dei Sex Pistols fosse stato messo a dirigere la filarmonica di Vienna. Che tu dici: “Minchia!”. Ma funziona.
La giovinezza di Karamoh (parte prima)
Cazzo quanto mi piace questo ragazzo! Si butta dentro neanche fosse Marquez nel GP di Argentina. Ha una facilità impressionante nel saltare l’uomo, nel creare superiorità. Ha 19 anni.
Il povero Gaglia (parte prima)
In molti precedenti commenti, il giovane è stato bistrattato e non poco (alle volte anche a ragione). Secondo me il suo valore è quello che abbiamo visto in queste ultime partite. Spaccare e ripartire. Solo quello. Aggiungo che con Brozo si completano. Anche nelle gare dove abbiamo preso qualche imbarcata ha sempre mostrato ordine. Questo sa fare.
Rafinha
Ecco, nel mio modo balordo di intendere il calcio uno come lui è diventato imprescindibile, al pari di Perisic (che ha stasera ha fatto il cazzo che gli pareva) e di Skriniar. Difficilmente sbaglia uno stop, si gira in un francobollo di terreno, dà un sacco di aria a chi gli sta intorno. Prima o poi segnerà. Magari lo farà con quella squadra sensibilissima.
Cinque cose no.
In una giornata come questa, nella quale il Cagliari ha affrontato il match con lo stesso ardimento e baldanza del bue al macello, sembra difficile trovare cinque cose negative. Eppure anche in questo 4 a 0 (che poteva essere 8 a 0) alcune cose sono rimaste indigeste (d’altronde un format è un format).
Il povero Gaglia (parte seconda)
L’interrogativo è chi dopo di lui in quella posizione? Luciano ha preferito Borja invece di Vecino, privilegiando il palleggio a un po’ (non tanti) muscoli. Ipotizzando che Roberto stia fuori qualche giornata (nel momento in cui si scrive è sospetto stiramento) quando andremo ad affrontare squadre un po’ più veloci e potenti, lì in mezzo ci sarà da mettersi in ginocchio e pregare la Santa Vergine.
La giovinezza di Karamoh (parte seconda)
A parte i gol mangiati, che pure qualcosa incidono sul giudizio, Yann sconta qualche piccola ingenuità di gioco. Se vuole diventare un crack, e ne ha le potenzialità (almeno per me che conto zero), deve darsi una pettinata tattica tutte le sere. Luciano lo sa. Lui dice che deve stare più dentro la squadra. Non so che voglia dire ma suona bene anche a me.
La dipendenza da quei due
Che poi è la cosa che ci ha fatto perdere sette punti nelle ultime tre partite. Se Icardi non gira, se Ivan è nella sua settimana, facciamo fatica a buttarla dentro. Pensiamoci il prossimo mercato quando andremo a compilare la lista della spesa.
Il riscatto di Cancelo
Vogliamo uno sconto sui 35 milioni. Mi sembra di sentire le risate da Valencia.
Un calendario bastardo
Ultimo ma non ultimo. Non riesco a cacciarmi dalla testa che l’ultima partita è contro la Lazio all’Olimpico. Ovvio che ci sarà da correre anche prima, ovvio che facciamo il tifo perché la Roma si conquisti una meritata finale e finisca energia e benzina dietro a quel sogno, ma bastarda di una miseria, fine pena mai?
Pagelle collettive. Tutti 7.
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