Un telecronista tifoso perde la testa alla fine di Sassuolo – Napoli. La sua teoria è che il Sassuolo abbia giocato alla morte per favorire la Juventus e non per onorare il campionato, che i calciatori del Sassuolo siano in malafede perché mossi da un’oscura forza bianconera, manovrati da un padrone occulto.
Il portiere della Juventus e della Nazionale sostiene pubblicamente (e reiteratamente, senza che tempo ed esperienza portino consiglio), che l’arbitro di Real Madrid – Juventus abbia agito per puro dispetto, senza sensibilità e per penalizzare la sua squadra. Buffon sostiene che in casi come quello di mercoledì il regolamento debba cedere il passo a qualche antica tradizione tribale e i rigori vadano ignorati, altrimenti è un oltraggio agli dei del calcio.
Il portiere del Milan para l’imparabile al minuto novantaduesimo e da più parti si alza il sottile venticello della calunnia, come se Donnarumma avesse parato per favorire la Juventus e non per difendere la porta della sua squadra e giustificare il suo ricco stipendio.
Parliamo di VAR, di calcio moderno, di evoluzione del gioco e di spettacolo televisivo. Parliamo di tecnologia, ci riempiamo la bocca di epica e anti-epica del racconto calcistico, ci diciamo innamorati di partite come Roma – Barcellona, ma l’elefante in salotto fingiamo di non vederlo. Siamo talmente concentrati su quanto il calcio possa fare per noi da ignorare completamente quanto poco stiamo facendo noi per il calcio. Siamo talmente abituati a delegittimarlo che l’incredibile caso Buffon (le sue dichiarazioni, la valanga di insulti che hanno provocato e la contro-reazione juventina di pari intensità e violenza), ci sembrano normali, tollerabili.
Su questa pagina, su questo piccolo ritrovo di interisti ironici e auto-ironici si sono avventati centinaia di invasati, aggressivi, violenti (quella violenza verbale che a 16 anni sarebbe perdonabile e a 50 è una pena), per rivendicare a piena voce diritti che non erano mai stati lesi, dimostrando scientificamente la teoria del dispetto.
Se tifi una squadra e ti azzardi a commentare risultati e dichiarazioni altrui, lo fai per dispetto. Chi vince o si comporta da professionista, lo fa per dispetto. Chi cerca di essere obiettivo, è comunque in malafede e lo fa per dispetto. Lo sfottò degenera in pochi secondi e diventa altro.
Una volta per tutte: la responsabilità di chi sta in campo e fa il professionista è quella di rispettare il gioco, migliorarlo, offrire uno spettacolo degno. La responsabilità di chi sta fuori è altrettanto grande, perché a forza di urlare che il gioco fa schifo, finirà per far schifo veramente. A meno che non sia successo tanto, troppo tempo fa e ormai siamo completamente assuefatti.
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