Sei lì che aspetti Lautaro Martinez, che gongoli per Keita o dai per scontato che sia Mauro a fare incetta di premi e invece da dietro il curvone pericoloso di agosto sbuca lui, il timido Matteo.
Corre, recupera, detta il passaggio, copre, riparte, corre.
Politano non è un giocatore, sembra piuttosto un esperimento sul moto perpetuo, le leve corte in movimento perenne e vorticoso. Con la maglia del Sassuolo ci fece ammattire, ora dimostra che non si trattava di antipatia quanto piuttosto di voglia di giocare, un inno al vitalismo calcistico, energie spese qua e là senza mai risparmiare uno scatto, senza mai pensare ai minuti su tabellone. Ci aspettavamo un esterno d’attacco tecnico leggero e un po’ fumoso (nonostante i 10 gol della scorsa stagione), e invece ci siamo trovati per le mani un teorico del sacrificio, un esecutore impeccabile e disciplinato. pensavamo all’estro, è arrivato un uomo squadra.
Sinistro virtuoso, destro rispettabile, Politano ha corso anche e soprattutto per i compagni di reparto e quasi mai ha cercato la soluzione personale. Quando ha tirato in porta (e sa farlo bene), si è quasi scusato. Ha aiutato gli altri nuovi come se lui fosse un veterano e non uno che ha abbandonato la luna di miele per presentarsi ad Appiano felice e incredulo. Sinistro naturale ma capace di appoggiare l’azione e aprirla con entrambi i piedi, romano, una vita nelle giovanili della Roma e poi Perugia, Pescara, Sassuolo e l’Inter. Politano si è messo subito al servizio degli altri, in particolare di Icardi, senza mai chiedersi se fosse una buona idea. Politano esegue mentre gli altri arrancano. Le prime tre partite della stagione hanno svelato solo in parte le qualità dei nuovi arrivati, impantanati chi in una condizione atletica ancora da migliorare e chi in una serie di piccoli e fastidiosi infortuni. Gli unici a cavarsela bene e non balbettare mai sono stati Asamoah e il Timido Matteo, forse i due acquisti meno roboanti di una sessione trionfale. Il mestiere e la versatilità di Kwadwo Asamoah sono un dato di fatto consolidato, le armi di un giocatore maturo che all’Inter ha portato la sua serietà e una professionalità rara. Ma il migliore di questo inizio balbettante e faticoso è stato Matteo Politano, brevilineo e velocissimo, disciplinato e puntuale, sempre pronto a ricevere il primo passaggio e a far partire l’azione, anche nella sua metà campo.
In una squadra priva di Cancelo e condannata a seguire con angoscia gli affaticamenti muscolari di Nainggolan, Politano diventa un’assurda e bellissima forma di regista aggiunto, l’anarchia del fantasista trasformata in certezza. La storia dell’Inter è popolata di talenti folli e giocatori evanescenti, incrociare la parabola di uno così determinato e lucido è abbastanza emozionante, le prime 3 partite di Matteo Politano ricordano da vicino quelle di un gigante del passato come Alessandro Bianchi.
L’agosto nerazzurro è stato di Matteo Politano, il nostro Player of the Month.
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d’accordo al 100%. e penso che Politano possa ancora crescere tanto