Il primo Giorno della Marotta venne osservato a Punxsutawney, in Pennsylvania, il 2 febbraio 1887. Funziona così, Marotta esce dalla tana e se vede la sua ombra, si spaventa e torna indietro sarà una stagione terribilmente dura e senza soddisfazioni. Se Marotta esce dalla tana, non vede la sua ombra e affronta gagliardo la giornata allora sì che sarà una stagione terribilmente dura e senza soddisfazioni.
Alla Pinetina, Wyoming, il giorno della Marotta cade più di una volta all’anno, succede quando uno dopo l’altro saltano tutti gli obiettivi, gli allenatori vengono delegittimati e i calciatori possono beatamente continuare a comportarsi da mediocri perché tanto c’è qualcun altro a pagare.
Con l’arrivo della Marotta originale, quella maestosa, tronfia e carica di medaglie di Punxsutawney (o di Vinovo, che è lì vicino), pensavamo che il corso degli eventi potesse essere cambiato e che la Marotta portasse una Primavera diversa, ma eran solo speranze perché se una rondine non fa primavera, un amministratore delegato non inventa una cultura aziendale in un mese. Anzi. La gestione del caso Perisic e la goffa danza delle punizioni e degli inchini con Nainggolan (il vero buco nero della stagione nerazzurra, un giocatore talmente negativo da costringerci a inventare nuovi aggettivi), hanno dimostrato che le società non si costruiscono cambiando foto e figurine ma che ci vuole o ci vorrebbe un approccio radicale, intelligente, una vera pianificazione.
Gridate allo scandalo finché vi pare ma l’unico ad averci provato, anche solo per uscirne più ricco (ambizione legittima se del calcio dell’Inter ti frega molto poco), è stato Thohir, che ha assunto dei manager per fare i manager. Zhang Junior (o chi per lui), prosegue invece nella grande tradizione morattiana del tutto a caso secondo i capricci del padrone (un anno e mezzo senza AD, poi un CFO come AD e infine Marotta che però si occupa solo della parte sportiva). Per il resto, da 24 anni a questa parte siamo sempre in attesa dell’uomo forte che sappia surrogare gli incapaci e tappare le falle, che diventi lui stesso l’Inter per salvare l’Inter dall’Inter. Ce l’hanno fatta Mancini e Mourinho, unici due (attenzione, non parliamo di risultato sportivo perché in quel caso anche Gigi Simoni avrebbe potuto rivendicare un ruolo, ma di standing pubblico).
Quindi domani è il 2 febbraio, il giorno della Marotta, il primo da quando è all’Inter. Se la mossa è quella di mostrare l’ombra di Conte per farci sperare in una stagione migliore, allora tanto vale tornare nella tana, perché così siamo riusciti a delegittimare un allenatore a fine gennaio, con un terzo posto e l’Europa League ancora in ballo. Se la mossa è un’altra, speriamo di scoprirlo già domani e non troppo più in là, che poi ci si preoccupa.
Tristemente tutto vero
È esattamente ciò che ho scritto come risposta al post di questa mattina
Bravo, sono completamente d’accordo con quello che scrivi