Lo scontro diretto per la Champions fra le due ‘malate’ di questo inizio di 2018 si risolve con un pareggio che probabilmente, per come si era messa la partita, accontenta di più l’Inter anche se i Nerazzurri possono recriminare per una seconda parte di match dai connotati simili ad un assalto a Fort Apache che solo la bravura di Alisson (portiere brasiliano della Roma) ha impedito si trasformasse in un successo per gli uomini di Spalletti.
Gli xG mostrano una maggior pericolosità dell’Inter, frutto dell’assedio nella seconda parte di gara.
Le scelte iniziali del tecnico di Certaldo si muovono rispettando le attese della viglia: Cancelo viene riproposto come terzino destro mentre Santon è titolare sulla fascia difensiva sinistra. A centrocampo viene scelto Gagliardini ad affiancare Borja Valero e Vecino. Quello che sorprende è la disposizione tattica dei Nerazzurri: accantonato il 4-2-3-1, l’Inter si schiera con un 4-3-3 che vede Gagliardini come play basso con Borja Valero interno di sinistra e Vecino interno destro.
Il centrocampo a tre dell’Inter.
Anche Di Francesco conferma la formazione prevista dai media sciogliendo la curiosità relativa al posizionamento di Nainggolan e dei tre centrocampisti centrali piazzando il belga come esterno alto a sinistra e proponendo Strootman centromediano in luogo dell’infortunato De Rossi, con Pellegrini e Gerson ai suoi lati.
Il primo tempo si indirizza su binari attesi: è l’Inter a fare la partita con la Roma che però non rimane a guardare passivamente ma andando invece alla ricerca della palla tramite un pressing offensivo. Pressing quindi non ultra-offensivo (cioè a ridosso dell’area di rigore nerazzurra) ma che scatta appena il portatore di palla interista si trova all’altezza della propria trequarti campo.
Bilanciamento offensivo nerazzurro nelle statistiche della Lega Serie A.
Quest’azione difensiva è efficace, anche grazie ad una manovra nerazzurra non particolarmente veloce. A farne le spese è soprattutto Gagliardini che verrà sostituito dopo appena quarantacinque minuti di gioco e dopo aver perso ben dieci palloni con un 44% totale di errori nelle giocate.
La Roma della prima parte di gara è aggressiva e ordinata per un’ora buona di gioco. I Giallorossi recuperano palla nella metà campo nerazzurra proponendosi poi con veloci contropiedi. In questo game plan gioca un ruolo essenziale Nainggolan (9 palloni recuperati) che spesso, in fase di possesso palla, viene a trovarsi nella posizione di no.10 in un quadrilatero di centrocampo che opera dietro Dezko, affiancato in avanti da un El Shaarawy che parte dalla fascia destra.
I troppi errori dell’Inter in fase di impostazione hanno permesso pericolose ripartenze ai Giallorossi. .
Purtroppo per la Roma gli uomini di Di Francesco peccavano sia in fase di rifinitura che di tiro, risultando alla fine poco pericolosi. Il gol del vantaggio infatti, più che frutto di una giocata romanista, è da addebitarsi all’errore collettivo della linea difensiva interista (scappata in colpevole ritardo sul lancio di Alisson) e a quello individuale di Santon il quale arretrando colpiva la palla in modo da fornire un assist a El Shaarawy.
Il gol di El Shaarawy punisce gli errori della linea difensiva nerazzurra.
Nel secondo tempo Spalletti manda in campo Brozovic sistemando Borja Valero nella posizione di play davanti alla difesa. In questo modo Skriniar e Miranda avevano davanti a loro un giocatore più abile nel palleggio e in grado di contribuire meglio di Gagliardini all’uscita della palla dalla difesa contro il pressing giallorosso.
Dopo circa un’ora di gioco la Roma calava nell’intensità col risultato di abbassarsi nella propria metà campo. La squadra di Di Francesco arretra quindi il proprio baricentro (48.58 metri) pur rimanendo corta (28.9 metri).
Il baricentro delle due squadre nei dati della Lega Serie A.
Così facendo si espone però alle azioni offensive dell’Inter che Spalletti ridisegna a trazione anteriore inserendo anche Eder e Dalbert. Il meritato pareggio arriva sfruttando una indecisione fra Bruno Peres e Nainggolan nella copertura di una palla esterna e un buco difensivo di Fazio che si perde Vecino ma è frutto anche della decisione di Di Francesco di sostenere l’abbassamento della squadra passando ad una difesa a cinque.
Bruno Peres e Nainggolannon gestiscono bene il due contro due esterno e lasciano a Brozovic il tempo per crossare verso Vecino, lasciato libero da Fazio.
La mancanza di alternative a centrocampo ha probabilmente condizionato le scelte fatte dalla panchina romanista in termini di sostituzioni.
Il pareggio permette all’Inter di rimanere aggrappata al treno Champions che in questo momento vede in ascesa la Lazio, chiamata mercoledì ad un recupero (contro l’Udinese) che potrebbe ulteriormente lanciarla. Il 4-3-3 di ieri potrebbe inoltre rappresentare una valida alternativa al sistema base 4-2-3-1, mentre Spalletti aspetta dal mercato invernale il tanto desiderato centrocampista.
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