Chissà se prenderemo Gabigol: questo è scritto non so dove ed è comunque troppo difficile per le mie meningi fare considerazioni appropriate o addirittura esprimere previsioni attendibili. So invece perchè stiamo cercando di prenderlo: perchè è un attaccante, perchè è giovane, perchè è brasiliano e perchè nomen omen, ovvero speriamo tutti che in quel nome – anzi, soprannome – ci sia un presagio. Gabriel Barbosa Almeida, meglio noto come Gabriel, ancor più noto come Gabigol, ovvero Gabriel che fa gol. E insomma, qui si gronda di positività e noi tifosi siamo qui per questo, per grondare.
Quello che invece non tutti sanno è che l’Inter, sulla scia di questo ottimismo crescente e delle suggestioni dei soprannomi, sta seguendo altri giovani giocatori brasiliani. Siamo in grado di anticiparveli in esclusiva. Eccoli.
Paulo Compassiao Lumen Artiolo detto Sguish. Atletico portiere delle giovanili del Botafogo, Sguish è considerato uno dei più interessanti prospetti a livello mondiale nel suo ruolo. Alto 2 metri e 10 a soli 16 anni, è imbattibile sulle palle alte ma, a dire il vero, assai acerbo nella gestione di quelle basse, impiegando ancora alcuni interminabili secondi ad allungarsi correttamente in tuffo. Le squadre avversarie si sono ormai attrezzate e tirano solo rasoterra: Sguish (da qui il suo simpatico soprannome) deve ancora migliorare il suo rendimento e ridurre il numero dei gol presi tra le gambe o sotto la pancia, ancora troppo elevato per consentirne l’approdo allo smaliziato calcio europeo. In occasione delle punizioni dal limite, unico portiere al mondo, chiede ai compagni in barriera di coricarsi. L’anno scorso, nella finale ai rigori della Coppao do Brasil Tim, ha subito quattro gol con il cucchiaio: aspettava infatti i rigori già sdraiato.
Arthur Dezzema Coimbra Fappani detto Tibiaeperao. Arcigno difensore delle giovanili della Fluminense, è noto per la ruvidezza dei suoi interventi e per le sue scivolate chirurgiche e impetuose: arriva sempre sul pallone, anche quando l’avversario imprudentemente prova ad anticiparlo. Del resto, lui non si è mai formalizzato sin dalla prima infanzia per la presenza di gambe altrui nella traiettoria ideale e teorica verso la palla, attirando così le attenzioni di osservatori e traumatologi da tutto il Brasile. Talento da sgrezzare (salta una partita su tre per squalifica, a fine stagione una su due), potrebbe rivelarsi un’arma tattica interessante: per esempio, può essere utile nei primi cinque minuti delle partite con la Juve, sempre che De Boer si attrezzi tatticamente ad affrontare 85 minuti in inferiorità numerica.
Roberto Angelino Ferreira Lazzaroni detto Possessinho. Solido centrocampista delle giovanili del Coritiba, è dotato di ottime doti di palleggio e grande visione di gioco. Pregi che però non annullano, secondo gli addetti ai lavori sudamericani, i suoi non secondari difetti: una certa lentezza nel movimento e un’innata tendenza a non passare mai la palla. Può essere il regista che manca all’Inter? Possessinho garantisce un controllo pressochè completo della zona mediana, ma il suo ultimo assist – raccontano i cronisti sportivi brasiliani – risale al 2014, quando allontanò il pallone con un gesto di stizza pensando che il gioco fosse fermo, servendo invece l’incredulo centravanti smarcato. Perfetto per gli 0-0, non molto portato quando c’è da finalizzare.
Oscar Paulo Ansano de Palma detto Zizzanha. Caratteriale centrocampista delle giovanili del Flamengo, è apprezzato per le sue doti di lotta e di governo, ma non per il suo mediamente pessimo rapporto con lo spogliatoio. Specializzato nel dividere i compagni in clan, riesce a litigare contemporaneamente con brasiliani del nord, brasiliani del centro, brasiliani del sud, brasiliani benestanti, brasiliani delle favelas e brasiliani del ceto medio. Ha invece un buon rapporto con gli argentini e con i pregiudicati per reati contro la persona e/o il patrimonio. A un giornalista che gli chiedeva se si sentisse l’erede di Felipe Melo, ha risposto: “Non seguo il calcio femminile”. Il padre, per mettere alla prova la sua indole dominante, lo porta spesso con sé a un rito tribale tipico del Brasile, le cosiddette “asembleas do condominho”.
Gabriel Usmanovich Araujo Moretti detto Gabifail. Talentuoso attaccante delle giovanili dei Corinthians, sin dai primi anni di attività è cresciuto in contrapposizione con il coetaneo Gabigol, nel cui confronto patisce in termini di cattiveria e determinazione. Fisicato, fantasioso e tatticamente diligente, difetta ancora un po’ nell’efficacia in zona gol. Celeberrima una sua strepitosa azione in un match contro il Flamengo: servito all’altezza del disco del rigore, con una finta di corpo ha fatto sedere sette avversari compreso il portiere, salvo poi fermarsi per guardare sul tabellone il minuto dell’azione consentendo ai difensori di rinviare: “Volevo essere preciso su Facebook”. In un’altra occasione, mentre stava per ribadire in rete una respinta corta del portiere, si è accorto che uno spettatore stava facendosi un selfie spalle al campo e si è messo in posa. Smussate queste asperità psicologiche e umane, per Gabifail potrebbero aprirsi interessanti prospettive di carriera.
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