Cosa resterà di questi anni Dieci? (Lettera d’amore al Mauro Icardi che fu)

Festeggiai l’ufficialità scompostamente. In anni in cui sembrava facessimo moneta in Stazione per comprare mezzo Belfodil e un quarto di Taider l’acquisto di Mauro (circa 13 milioni di euro bruciando Napoli e Juventus), mi elettrizzò.

Chiamai i miei amici doriani perché giocare l’avevo visto giocare ma c’erano cose che mi preoccupavano. Quella macchina dorata, un Hummer gigantesca e pacchiana per esempio. “Ciao come stai? Senti, questo Icardi è un bravo cristo?” – “Sì, solo un po’ giovane, un po’ fessacchiotto e molto burino”.

I primi anni di Mauro Icardi all’Inter sono stati prodogiosi. Rifornito dal centrocampo meno tecnico della storia nerazzurra (Gargano, Taider, Medel, Melo, Gnoukouri, M’Vila e altri prodigi), preso a pallonate da esterni con i piedi di Nagatomo e Jonathan, Mauro ha segnato una caterva di gol. Tutti simili, tutti diversi. Gol intelligenti, crudeli, inventati.

Costretto a ottimizzare il lavoro di masticazione faticosa dei compagni, Mauro ci ha regalato il meglio che potessimo pensare, sperare da uno come lui. Giovane, giovanissimo eppure capace di sostenere il peso dell’attacco tutto da solo, assistito di tanto in tanto da vecchi mestieranti di talento (Palacio), e da corridori improvvidi e frenetici (Eder). Ha fatto tutto da solo, prima per necessità, poi per modulo e infine per scelta.

Ha scelto anche che la sua vita privata diventasse una soap opera, tra abuso di social media, autobiografie avventate (a 23 anni c’è tanto da vivere e poco da raccontare per uno sportivo), e la volontà legittima di condividere il palcoscenico con la compagna/moglie/manager.

Che si sappia, che io sappia o abbia visto alla Pinetina le due volte che ho assistito agli allenamenti, Mauro si è sempre comportato da professionista impeccabile. Il tema, il compito di un capitano non è necessariamente quello di farsi amare dai compagni di squadra. Il rispetto, la consapevolezza di rappresentare un club e i suoi valori, quello sì. Icardi è stato un buon capitano fino all’ultima stagione.

Poi qualcosa si è rotto, qualcosa di cui non sappiamo, non conosciamo la natura. La guida societaria è cambiata ed è contestualmente cambiato il registro adottato con Mauro Icardi. Alcuni attribuiscono a Spalletti la responsabilità del delitto ma dimenticano che Spalletti è quello che definiva Icardi ‘fondamentale, insostituibile, il migliore del mondo nel suo ruolo’. Altri scaricano la responsabilità sui clan dello spogliatoio e puntano il dito su Perisic e Brozovic. Agli stessi non sarà sfuggito come e quanto in campo Perisic e Icardi si siano sempre cordialmente detestati e a volte abbiano convissuto forzatamente. Dal giorno uno.

La chiave probabilmente sta nel nuovo corso voluto da Marotta, nella scelta di tracciare un solco e costruire una nuova Inter anche attraverso la pubblica rissa, il muro contro muro con un giocatore-simbolo.

Il resto è cronaca e lo sono anche le uscite pessime di Wanda Nara, le mezze bugie della società e il comportamento molto discutibile di Mauro, soprattutto nei due mesi lontano dal campo. Ma è già successo tutto, è molto triste e con tutta probabilità l’Inter ne uscirà danneggiata, perderà il giocatore migliore della sua rosa e un investimento intelligente in nome (forse), della disciplina.

Se non parlano i protagonisti, se non dicono cosa è successo, perché continuare noi con illazioni e teorie fantasiose? È successo e, di nuovo, è triste. Mauro Icardi è stato il miglior giocatore degli ultimi 6 anni interisti, un attaccante formidabile, uno che ha segnato gol pesantissimi (Juve e Milan suoi bersagli prediletti contrariamente all’anemia di Bobo Vieri con le grandi), ha restituito entusiasmo a una tifoseria intera e poi l’ha divisa.

Senza mai dire, senza mai parlare e forse senza fare. Io qui voglio ringraziarlo per gli oltre cento gol in maglia nerazzurra, perché quella è storia, storia dell’Inter. Metto in conto di leggere sue polemiche future e vederlo esultare in maglia bianconera, può succedere e sarà (sarebbe), molto faticoso da digerire.

Ma non accetto l’operazione di rimozione collettiva, quella tentata in questi giorni, la trasformazione del ragazzo in un mostro. Mauro Icardi è stato un grande centravanti dell’Inter, è stato un vero interista ed è stato capitano della squadra che amo.

Non sono dettagli.

 

 

6 thoughts on “Cosa resterà di questi anni Dieci? (Lettera d’amore al Mauro Icardi che fu)

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  1. Non ritengo Icardi il migliore degli ultimi 6 anni, su di lui sia per prospetto internazionale, sia per statura morale e professionale, sia per capacità atletiche metto come minimo Skriniar e ci affiancherei Brozovic che ricordo a tutti è vice campione del mondo. Icardi ha molti limiti tecnici e caratteriali ed è stato un centravanti mediamente forte in una squadra purtroppo mediocre. Quando il livello di squadra si è alzato ha palesato tutti i suoi limiti.

  2. Completamente d’accordo con l’articolo. Speriamo prima o poi si sappia cosa è successo, perchè tutto questo disastro per due scemenze dette dalla Wanda mi sembra assurdo. Io credo semplicemente che Marotta abbia deciso da subito di fare plusvalenza con Icardi (così come fatto alla Juve con Pogba, Bonucci e Vidal). Il problema è che ha gestito il tutto peggio di come avrebbe fatto il pescivendolo sotto casa mia il sabato a mezzogiorno. Ed ora ci troviamo con la plusvalenza svalutata del cinquanta per cento, con il rischio che vada alla Juve e vinca la Champion’s. P.s.: e comunque sarebbe il caso di ricordare che Icardi era quello che piangeva a fine partita, mente Brozovic e Peresic andavano in piscina.

  3. Icardi è quello che si è finto malato per un mese e ci ha costretto a far giocare un ragazzo della primavera in un ottavo di Europa League. Bella persona….

  4. Sono assolutamente, completamente, d’accordo col tuo articolo. Il miglior giocatore degli ultimi sei anni per distacco. Due volte capocannoniere e letale con le grandi squadre. Tifo Inter, non Icardi e tiferei Inter anche se vendessero Skriniar o Brozovic o Barella, Ho accettato la vendita di Ronaldo, figurati se mi devo preoccupare per questi. Però trovo un po’ patetica e poco professionale questa opera di rimozione, se non addirittura di distruzione, dell’immagine altrui. Una damnatio memoriae che a mio avviso copre una cattiva coscienza notevole da parte della società. Chiedete a un vostro amico di cui vi fidate e che non sia interista cosa pensa della faccenda Icardi e sentirete cosa vi risponderà.

  5. “Mauro Icardi è stato un grande centravanti dell’Inter, è stato un vero interista”

    Posso essere anche d’accordo con la prima parte della frase, ma sulla seconda NO.

    Un VERO interista gioca quando viene convocato. Un VERO interista non batte cassa tutti i giorni per i rinnovi.

    A prescindere dalla bravura e dalle situazioni con il gruppo e la società, prima di tutto c’è la maglia ed il blasone. Ed il rispetto per le persone che la tifano.

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