Sprazzi di Conte a Lugano

L’Inter di Conte comincia la stagione con un 2-1 ai danni del Lugano, squadra allenata dall’ottimo Fabio Celestini e quasi pronta per l’inizio del campionato svizzero.

È ancora presto, ovviamente, per delle conclusioni: oltre al fatto di essere ancora a luglio, i nerazzurri erano privi di alcuni giocatori importanti della rosa (Godin, Barella, Lautaro) e di altri che dovrebbero entrare a farne parte (Lukaku? Dzeko?). Detto questo, alcune indicazioni di massima possono essere comunque tratte, a cominciare dalla conferma dell’abilità di Conte nel trasmettere in breve tempo i propri principi di gioco.

Infatti, la compagine nerazzurra ha già messo in mostra alcune caratteristiche tattiche che andranno a formare lo spartito sul quale la squadra si muoverà nel corso della stagione 2019/20. Il 3-5-2 proposto dal nuovo tecnico nerazzurro ricalca infatti quello introdotto in bianconero nella stagione 2011/12 e poi consolidato nell’annata successiva.

Si sono quindi cominciate a vedere le transizioni difensive ordinate all’immediata riconquista del pallone, le soluzioni manovrate in possesso al fine di creare e occupare gli spazi e i movimenti coordinati fra le due punte che avevano caratterizzato la Juve contiana.

Fase offensiva dell’Inter nella quale si possono notare diverse cose come, ad esempio, le due punte vicine che occupano la zona centrale e l’azione rifinita da un esterno e conclusa dall’altro.

In fase offensiva la manovra è palleggiata dal basso col tentativo di sfruttare il rombo composto dai tre difensori centrali (in partenza D’Ambrosio, De Vrij e Skriniar) e dal play basso (Brozovic), col supporto dei due esterni a tutta fascia (Candreva e Perisic).

Proprio questi ultimi due elementi avevano il compito, in zone più avanzate di campo, di trasformare il 3-5-2 in una sorta di 3-3-4, allineandosi ai due riferimenti offensivi e sempre tenendo i piedi vicini alla linea esterna, in modo da garantire la massima ampiezza nello sviluppo della manovra.

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Candreva e Perisic alti e larghi in fase offensiva.

Le mezzali Sensi e Gagliardini dovevano supportare la fase di possesso nerazzurra aiutandone il consolidamento a metà campo e inserendosi in avanti nella zona di rifinitura. Compito quest’ultimo svolto meglio dall’ex Sassuolo, in virtù del suo maggior dinamismo e della sua capacità di giocare fra le linee.

In fase difensiva l’Inter non è stata quasi mai impensierita dagli svizzeri. Tuttavia, si sono notate una certa difficoltà della catena destra nel contenere le folate di Rodriguez su quel lato di campo e nelle transizioni difensive di cui sopra. In alcune occasioni infatti il Lugano è riuscito a superare la riaggressione nerazzurra, con la conseguenza di trovare campo aperto per attaccare in verticale.

Al fine di migliorare questo aspetto, fondamentale nell’idea di gioco di Conte, sarà necessario che l’Inter lavori ulteriormente per accompagnare meglio l’azione offensiva, sia che questa sia frutto di un rapido contropiede sia che venga svolta attraverso una circolazione della palla che mantenga la squadra più compatta.

In generale, la vittoria firmata dalle reti di Sensi e Brozovic ha comunque evidenziato la ricerca di una manovra più veloce rispetto a quella dell’era di Spalletti ed una migliore occupazione dell’area di rigore sui traversoni.

Vedremo come andrà sviluppandosi il lavoro di Conte col prosieguo del ritiro e della campagna di rafforzamento, che dovrebbe migliorare alcuni aspetti del gioco nerazzurro.

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