Avere la testa a domenica: anatomia di una cazzata

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Cioè: era meglio vincere con la Lazio e arrivare a Juve-Inter con 10 vittorie consecutive a spaventare l’avversario di default, o è meglio aver perso con la Lazio per non pensare di essere invincibili, per non dare tutto per scontato, per fare – tenetevi forte – quel salutare bagno di umiltà che eccetera eccetera?

Era meglio vincere con la Lazio perchè vincere porta altre vittorie e perchè vincere dà sicurezza, o è meglio aver perso perchè andare a giocare a Torino con troppa sicumera poteva essere un suicidio in partenza?

Era meglio vincere con la Lazio perchè la Coppa Italia poteva essere un buon obiettivo stagionale, o è meglio aver perso perchè il nostro solo obiettivo deve essere la Champions e aggiungere due partite con la Roma bla bla bla?

Esperienza del tutto personale, ma a giudicare dai pareri raccolti qua e là sembrerebbe che non fosse tanto l’Inter ad avere avuto la testa a domenica prossima, ma gli interisti. Nessuno che – al netto dei virtuosismi arbitrali – abbia ripensato seriamente e con un pochino di apprensione al peggio di Inter-Lazio, ma tutti a dire che “vabbe’, pazienza” e che “domenica, ragazzi, domenica…”.

Quindi non è successo niente, o quasi. Diciamo che quest’anno le coppe sono il nostro buco nero tecnico e concettuale. E diciamo, comunque, che vincerne nove e perderne una sarebbe un ritmo per il quale chiunque firmerebbe fino al 2025 minimo. Non è stata nemmeno stata una di quelle partite da cui esci a pezzi: le statistiche dicono che abbiamo tirato 19 volte (solo 3 nello specchio, vabbe’), non proprio un atteggiamento passivo, anzi. Epperò resti un po’ lì con il broncio proprio nel momento in cui il broncio sarebbe stato meglio non averlo, parlando puramente di mood. “Avevano già la testa a domenica”, già, classica formuletta diagnostica se cinque giorni dopo hai la Juve.

Può essere vero, per carità, e può eserlo per tutti. Anche per Pioli, che fa un turnover minimo ma perfettamente centrato, tecnicamente chirurgico (ne tengo fuori pochi, però i più forti). Forse sarebbe stato meglio il contrario: provo a sistemare le cose con i più forti e poi magari gli risparmio mezz’ora, ma sono quelle cosucce del senno di poi. Dopodichè mi sfugge da sempre il nesso tra la partita che stai giocando – specie se è importante, un dentro-fuori che si per sè è una motivazione seria, almeno in teoria – e quella di cinque giorni dopo in un’altra competizione, in un altro stadio e con un altro grado di strizzamento di palle. Tipo: Miranda pensava intensamente a Higuain mentre faceva quel paio di immani cazzate insolite per uno come lui? Ansaldi era sempre in ritardo di quei 5-10 metri sui contropiedi della Lazio perchè ripassava mentalmente i tagli e le sovrapposizioni da non sbagliare con la Juve e quindi si estraniava dall’azione?

Mah. Domenica servirà qualcos’altro, ma su questo converrà anche – chessò – Banega. Domenica è il big match e se ci abbiamo pensato con troppo anticipo non dobbiamo smettere più: se ci concentriamo molto, tipo tra le 20,45 e le 22,30 circa, faremo solo il nostro dovere. Domenica è la partita dell’anno e mica solo per noi. Fermare la Juve, o almeno provarci seriamente: è un Paese che ce lo chiede, facciamolo.

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