Dopo quelle mille-duemila visioni del gol del derby su ogni possibile device, sono addivenuto alla seguente considerazione tecnico-tattica: è chiaro che Vecino ha una specie di X Factor. Non passerà alla storia del calcio – nè di quello italiano nè di quello uruguagio – ma noi ne conserveremo sempre un ricordo nitido e affettuoso, quasi barzotto. Non lo troveremo mai ai vertici delle statistiche – se non di qualche categoria esoterica – ma per noi sarà sempre quello che la mette e la rimette, portatore sano della garra charrua, qualunque cosa essa sia. L’Inter, quella attuale, non ha fatto (ancora) niente per essere un po’ Beatles, ma Vecino – che poteva essere un Pete Best qualsiasi – è una reincarnazione calcistica di Ringo Starr, l’uomo sbagliato al posto giusto, almeno a spot. Però siccome gli spot aumentano di numero, è chiaro che questo Vecino – torno alla seconda riga – ha l’X Factor.
Vecino al minuto 92′ di Inter-Milan non voleva fare il best cross ever dell’era post tiplete, ma l’ha fatto. A passargli il pallone, male, era stato Candreva. Trovo tutto questo straordinariamente simbolico. Candreva passa un pallone molle e rimbalzante – quasi inutile, mancando un minuto alla fine di un derby sfigato che dovevamo vincere e stavamo pareggiando 0-0 – a Vecino, stretto tra un milanista e la linea di fondo, e Vecino con quel pallone fa quello che a Candreva non è riuscito in tre stagioni e diciassettemila tentativi:
il best cross ever.
E’ chiaro che l’X Factor qui si mescola sapientemente con l’audacia, lo sperindìo e una determinante dose di culo. Ma ci sta, porco cane. Agli home visit del traversone, Candreva si sarebbe presentato con la forza dell’esperienza e degli studi balistici, ma la giuria avrebbe sbadigliato al quarto calcione e avrebbe scelto Vecino perchè un cross così non si era mai visto. E non lo vedremo mai più, sia chiaro. Però è bastato, ha avuto la sua funzione, il suo successo, il suo deflagrante effetto. Perchè è planato dritto sulla testa di Mauro Icardi, un altro con l’X Factor, categoria goleador solista uomo over (the top).
Ora, qui dobbiamo soffermarci su un particolare fondamentale. Il best cross ever poteva finire in fallo laterale (in tal caso, qualche decina di migliaia di persone allo stadio e qualche milione sul divano avrebbero gratuitamente mandato affanculo Vecino: pensate a quanto è labile il confine tra la garra charrua e la merda totale) se Maurito non fosse stato là al centro dell’area a incornarlo. Anzi, di più: se il finto indolente Maurito (per alcuni interisti, nonostante tutto, il peggior centravanti del campionato italiano) non avesse seguito il pallone molle di Candreva a Vecino e poi il pallone eretto e parabolico di Vecino verso il centro dell’area – verso di lui, più o meno – eseguendo un cambio di direzione che al 92′ avresti anche la facoltà di non fare – per stanchezza, sfiducia, scoglionamento, distrazione, frustrazione dopo aver toccato 15 palloni in 90 minuti -, eppure lo fai.
E così altrochè Ringo e Maurito: Vecino e Icardi diventano i Lennon-McCartney dell’inculata torrida ai poveri cugini, un gol della madonna al 92′ di un derby ingiustamente destinato allo 0-0, che libidine. E come per Lennon e McCartney, non sai bene dove inizino i meriti dell’uno e finiscano quelli dell’altro in un gol che è a doppia firma, anche se a metterla è solo uno. Tra John e Paul era finita male (How do you sleep?), ma qui si parla di pallone, roba più easy. Questo gol al Milan è un tale accrocchio di X Factor singoli e di fortunati eventi assortiti che probabilmente non ne vedremo più uno così. Vabbe’, però è stato bello. E Mauro e Matias riposano tranquilli: a non dormire, questo è chiaro, sono i milanisti.
Interessante il paragone musicale, sottoscrivo soprattutto un passaggio che ho ripetuto più volte all’uscita dal Meazza: che libidine!
ciao,
leggo sempre con piacere quello che scrivi ma stavolta su Candreva non sono d’accordo…il passaggio a Vecino è stato di classe e perfetto….
grande vittoria e grande soddisfazione in uno stadio bellissimo.