Una partita dall’esito imprevisto, determinata dai molti (troppi) errori sotto porta, complice anche l’ottima serata di Consigli, ma anche da difficoltà a che vanno oltre l’aspetto tattico coinvolgendo invece la fragilità psicologica di una squadra che, nelle ultime stagioni, ha dimostrato di non saper vincere le partite che invece sono da vincere.
Dal punto di vista del gioco l’Inter ha avuto la supremazia sia in termini di possesso palla (73.5%) che dal punto di vista territoriale (baricentro medio di 58.6 metri contro i 36.7 metri della squadra di Iachini).
In termini di expected goals (xG) la prestazione dell’Inter non è stata così superiore a quella del Sassuolo. Diverse occasioni neroverdi sono arrivate con i nerazzurri sbilanciati in avanti.
Tutto questo non è bastato a conquistare i tre punti. La formazione di partenza è quella base: 4-2-3-1 fluido che diventa 3-4-2-1 in fase offensiva con Candreva pronto a entrare in mezzo al campo al fianco di Rafinha e con Cancelo esterno a tutta fascia.
La giornata non felice di Cancelo (0/5 cross riusciti) ha privato l’attacco dell’Inter di un elemento fondamentale sulla corsia destra mentre i cambi di Spalletti (Eder, Karamoh e Borja Valero) non hanno sortito l’effetto sperato col solo spagnolo all’altezza della situazione.
La partita di Cancelo in numeri.
Soprattutto, la squadra nerazzurra ha mostrato le consuete difficoltà nell’attaccare le difese chiuse, contro le quali serve una maggior qualità di palleggio e nel gestire le transizioni difensive. Il piano gara del Sassuolo era evidente fin dall’inizio: abbassarsi il più possibile nella propria metà campo, per chiudere tutti gli spazi alla manovra interista e far scattare rapidi contropiedi con palle verticali alla ricerca di Politano e Berardi.
Nel secondo tempo i due riferimenti offensivi neroverdi mettono in costante allarme una difesa nerazzurra in difficoltà nel cercare di contenerli. Ma l’errore non risiede soltanto nell’incapacità di bloccare le ripartenze del Sassuolo, che costringono l’Inter a dispendiosi ripiegamenti difensivi, quanto anche nel fatto che la squadra di Spalletti non riesce ad organizzare un efficace gegenpressing che avrebbe premesso ai nerazzurri di riconquistare palla in zone più avanzate di campo. Questo avrebbe permesso all’Inter non soltanto di evitare il pericolo del contropiede ma anche di risparmiarsi i ripiegamenti difensivi di cui sopra, col risultato di avere più energie e più palloni a disposizione per gli assalti finali. Invece così non è e il contropiede di Berardi, di fatto, spenge ogni velleità di conquistare i tre punti.
Il contropiede due contro tre che si conclude col gol di Berardi.
Questo sul piano tattico. Ma, come detto, il problema maggiore è stata la conferma delle problematicità riscontrate da questo gruppo nell’affrontare gli impegni dove c’è da conquistare un solo risultato. Quando la pressione si alza e il pallone diventa più pesante molti giocatori si sciolgono. Bisognerà tenere di conto anche questo in vista dell’ormai prossimo calciomercato.
Spalletti ha dimostrato, giochi alla mano , di non valere i 4,5 milioni di euro ….. Non avevamo coppe… quindi niente impegni infrasettimanali e di questo vantaggio non ne abbiamo approfittato , ne come lavoro per migliorare nel gioco ne sul piano atletico …