La miglior difesa è la difesa (per l’attacco ci si attrezza, non c’è fretta). Le solite 5 cose buone su Juventus – Inter.

Pensavamo meglio, temevamo peggio. Nel mezzo c’è una partita strana, giocata con diligenza nella propria trequarti per poi smarrirsi, sciogliersi, squagliarsi appena passata la metà campo. Valanghe di errori in appoggio, Icardi isolato e i due esterni offensivi incapaci di fare cose elementari, tanto da lasciare il sospetto di un calo di forma improvviso (speriamo di no). Poi però raccontiamoci la verità: la Juventus è la squadra più forte di questo campionato ed è già finito il periodo delle presunte crisi e delle (nostre), speranze di fine del (loro) ciclo. Questi giocano, corrono e pressano dall’inizio alla fine e se non fossero stati più imprecisi del solito, almeno una delle due palle buone di Mandzukic sarebbe finita dentro. Ora niente panico, niente segnale brace-brace: abbiamo pareggiato in casa della squadra Campione d’Italia (per sei anni consecutivi), senza prendere gol, siamo ancora imbattuti e fino a domani pomeriggio primi in classifica. Tutti obiettivi che a luglio avrebbero fatto sorridere e sospirare. Di più: abbiamo un gioco, ripartiamo sempre dal basso senza buttare via la palla, a costo di perderla. Abbiamo una difesa solidissima e giocatori coraggiosi (vedi D’Ambrosio, che non molla un pallone, vedi il solito monumentale Skriniar). Lo 0 a 0 di questa sera vale oro non tanto per il punto che porta quanto per la conferma di trovarci di fronte un gruppo unito e forte. Continuiamo a pensare al quarto posto, che per noi vale più di ogni altra cosa. Il resto se deve venire, lo accoglieremo a braccia aperte.

5 cose buone

Skriniar – taumaturgo s. m. (f. -a) [dal gr. ϑαυματουργός, comp. di ϑαμα -ατος«prodigio» e ἔργον «opera»] (pl. m. -ghi, meno com. -gi). – Chi opera, o è ritenuto in grado di operare, miracoli: essere, proclamarsi, essere creduto un t.; io non faccio miracoli, perché sono un medico e non un t., io (Pirandello); con funzione appositiva: un santo t.; sant’Antonio taumaturgo.

D’Ambrosio – Cuore oltre l’ostacolo, gambe oltre l’ostacolo, testa oltre l’ostacolo, ostacolo oltre l’ostacolo. Danilo sposta tutto, l’importante è che ci sia un ostacolo da scavalcare. Il ragazzo che viene da lontano, quello che ha giocato nelle categorie minori, non ha paura di scendere in campo allo Stadium perché prende tutto come un regalo e fa del suo meglio per meritarselo. Sportellate e gesti cavallereschi con Mandzukic, qualche sbavatura nell’area piccola, offre sempre e comunque una sponda a Candreva, oggi troppo spento per sfruttarle.

Borja Valero – 82 palloni toccati, in perenne movimento, sempre pronto a sbrogliare matasse complicate in pochi centimetri. Se questo è bollito, portatecene carrelli interi. Borja legge i classici russi, noi contempliamo lui, un classico spagnolo. Enorme.

Handanovic – Handa noi ti si conosce bene. Sappiamo che tutto questo ci si ritorcerà contro all’improvviso, tipo nel pomeriggio placido di un Inter – Benevento a caso. Poco importa, quando gioca così è uno dei migliori al mondo e negarlo sarebbe molto stupido.

Spalletti – Al Mister fregherebbe pochissimo di litigare con Chiellini ma sa bene che farlo gli può tornare utile, perché così scarica pressione dalla squadra (che ha chiuso male il primo tempo), e sposta l’attenzione su di lui e sul tema della sudditanza psicologica dell’arbitro (inesistente, è stato un buon arbitraggio). Al Mister fregherebbe poco ma lo fa, platealmente, così come platealmente si prende le responsabilità dei momenti negativi e protegge la crescita e l’autostima della squadra quando alla fine dice di essere soddisfatto del risultato ma di sapere che siamo meglio di così. Sempre più autorevole.

5 cose cattive

Brozovic – Il suo primo compito in fase difensiva è disturbare Pjanic e per farlo si sfianca. Quando invece la palla è nostra e lui dovrebbe accorciare il campo e avvicinare Icardi alle linee di passaggio, Brozo sparisce e ci lascia in balia dei suoi errori. Mille appoggi imprecisi, giocate un po’ sufficienti e un po’ da ganassa  (comunque estemporanee tentate e sbagliate), una gran confusione. Molta corsa, quello sì, ma non basta.

Icardi – Non gioca male, non gioca proprio. Non è colpa sua, più che altro dei due che trovate di seguito.

Perisic – Ti aspetti che distrugga De Sciglio e invece te lo ritrovi lì, sempre a metà strada, incartato tra una corsa appena abbozzata e molti tocchi imprecisi. Un vero peccato, un passaggio a vuoto che stasera non ci voleva. Ha come sempre l’intelligenza di aiutare in copertura quando si rende conto che le gambe non girano, ma per noi è troppo importante e quando gira a vuoto l’Inter si spegne.

Candreva – Ti ricordi quella volta che Candreva sembrava in gita scolastica a Torino e non ha beccato una palla? Ecco, era stasera.

Cuadrado – Dite: che c’entra? Ora ve lo spiego. Ha giocato una partita sontuosa, mettendo in croce il povero Santon, fino a infortunarlo (su un fallo subito, peraltro). Esterno formidabile quando vuole, quando punta l’uomo e si accentra è forse il migliore di questo campionato. Però. Però basta tuffarsi e rotolarsi in terra. Basta, Cuadrado. Fallo per te se non vuoi farlo per noi, così è una fatica.

Pagelle

Handanovic 7,5 – D’Ambrosio 6,5, Skriniar 7, Miranda 6,5., Santon 5,5 / Borja Valero 7,5, Vecino 6, Brozovic 5,5 / Perisic 5, Candreva 5, Icardi 

Dalbert 6, Gagliardini 6, Eder sv

Spalletti 6

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