Jovetic non si rassegna ad andare via in punta di piedi e così dopo aver mandato avanti l’agente ora pensa sia il momento di rincarare la dose. La modalità è chiara, l’ha già usata al City: lui è la vittima, l’Inter in quanto Inter (società, compagni e allenatori), il carnefice. Ci tiene Jovetic a far sapere ai media che lui ha fatto il suo dovere, ha dato tutto e non riesce proprio a capacitarsi del perché le cose non siano andate bene e lui non abbia avuto alcuna chance di dimostrare il suo valore.
Premetto che spero che la trattativa con il Siviglia si concluda nel migliore dei modi e gli auguro di essere felice altrove, penso di poter rendere un buon servizio a Jovetic raccontandogli quanto abbiamo visto noi dagli spalti e quanto hanno percepito in genere i tifosi della squadra in cui sverna da un anno e mezzo.
Jovetic è stato accolto a braccia aperte nonostante le forti perplessità sul suo rendimento a Manchester e quelle ancora più grandi sull’integrità fisica. Nelle prime 5 partite della scorsa stagione ha giocato come tutti sognavamo e mai ci saremmo aspettati. Ma è durato un attimo, uno squarcio tra le nuvole di prestazioni sempre identiche. Poca voglia, nessun altruismo, poca corsa, la sensazione sgradevole di uno scientifico boicottaggio del lavoro di squadra e di un astio mal celato per alcuni compagni (Icardi).
Non serve essere un pozzo di scienza calcistica per capire che Jovetic ha fatto del suo meglio per non fare brillare troppo la stella di altri che non fossero lui. Sì, qualche assist ma solo quando era del tutto lampante il merito di chi passava la palla rispetto al compito elementare di chi la metteva dentro. Altrimenti dai piedi di Jovetic sono solo partiti tiri telefonati da posizioni impossibili e palle un po’ troppo lunghe o un po’ troppo corte ad hoc per i compagni. Più un numero indefinito di palle perse e contropiede avversari avviati con noncuranza.
Questo quello che abbiamo visto e percepito noi, questo il motivo per cui è stato giusto non concedere più possibilità a un giocatore per nulla coinvolto nello sforzo di squadra e a un elemento problematico della rosa. Sarebbe più dignitoso andarsene senza troppo clamore ma ognuno fa come crede e Jovetic sta optando per una soluzione semplice: camuffarsi da vittima.
Peccato. Oggi Frank de Boer ha parlato dopo un mese di silenzio. Lo ha fatto senza scaricare colpe e dipingersi come l’ostaggio di un gruppo di psicotici, anche se ne avrebbe avuto diritto e possibilità. Lo stile non è cosa di tutti e per tutti.
Grazie Frankie, uomo d’altri tempi. Addio Jovetic, non è stato bello, non è stato breve e purtroppo nemmeno intenso.
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