Guai agli umili e ai bravi ragazzi! (Elogio dell’impudenza di Radja Nainggolan)

di Franco Bolelli

Sta tutto lì, nella storica, paradigmatica differenza fra i samurai e i ninja. I samurai sono grandi combattenti in nome della regola, dell’ordine, dell’assoluta disciplina. I ninja arrivano inaspettati, fanno improvvisa irruzione, scompigliano, stravolgono, portano perturbazione. I samurai erano perfetti esecutori per Sacchi e lo sono per Guardiola, i fondamentalisti dello schema, della formula al di sopra dei giocatori. Con tutto il rispetto, che se li tengano. Noi preferiamo i ninja, e ce ne siamo preso uno. Uno che ci mancava, perchè questa squadra sa essere aggressiva ma non ha gli occhi della tigre (avete mai visto il fuoco nello sguardo di Perisic o di Handanovic? e anche Maurito, che tanto amo, è fondamentalmente un bravissimo ragazzo).

Ecco, sono qui a sperare ardentemente che Radja Nainggolan -chi, se non lui?- reinventi quella tradizione di guerrieri sfrontati che va da Roberto Boninsegna a Zlatan Ibrahimovic passando per Nicola Berti, Daniel Passarella, Paul Ince, Diego Pablo Simeone, Dejan Stankovic, Marco Materazzi. Grandi caratteri che non fanno nulla per cammuffare il grande carattere. Personalità che forse non è sbagliato definire arroganti e impudenti, a patto di non dimenticarsi un solo istante che la loro arroganza e impudenza è un effetto collaterale del grande cuore, di quella sovrabbondanza che non c’è modo di contenere, che è la loro stessa unità di misura bigger than life.


Adesso vado a mettermi nei guai, lo so. Perchè confesso di non avere mai amato Ronaldo, Baggio, neanche Javier Zanetti, ovvero quei grandi giocatori politicamente corretti, inappuntabili, mai una parola o un gesto fuori posto. Forse mi sbaglio ma ci ho sempre visto qualcosa di ipocrita, e comunque mai quello slancio, quel graffio, quell’imprudenza che mi appassionano in qualunque campo dell’esistenza. Loro, a nessuno sarebbe mai venuto in mente di chiamarli Ninja. Radja sì, a Radja tanti consigliano di essere più controllato, meno dirompente, meno tracotante: quello che queste ragionevolissime tiepide persone non capiscono è che -come dice quel semidio che oggi si è conquistato Los Angeles- non si possono applicare ai leoni le stesse regole degli umani (l’aveva detto tanti decenni fa anche William Blake, che la stessa legge per il bue e il leone è oppressione). Togliete al Ninja le sue sregolatezze e gli toglierete l’anima, e se non siete disposti a prendevi i rischi che il Ninja comporta allora il Ninja non ve lo meritate. Noi, questa squadra, abbiamo un dannato bisogno di uno come lui, impresentabile, sconveniente, intrattabile, che venga a ruggire, a dare la  scossa, a farci saltare dentro il cerchio di fuoco.

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