Per tutto il primo tempo ho aspettato che succedesse. Il campo pesante che tradisce i nostri centrali, un rimbalzo storto, Handanovic che riceve un’altra telefonata ed è costretto ad allontanarsi dalla porta. Episodi. Nonostante avessimo il 70% di possesso palla e il Bologna fosse parcheggiato davanti alla porta senza nemmeno il disco orario, ho speso parte del mio pomeriggio ad attendere l’implacabile destino dell’agosto interista, la fuga dello spigoloso Santander o un colpo di ciuffo di Falcinelli, l’episodio che mi avrebbe rovinato il sabato e parte della settimana. Il problema è che io sono un tifoso, un po’ da stadio e ormai anche da divano e non è grave che le mie nevrosi sovrastino logica, senso pratico e lucidità mentre che succeda ai ragazzi che scendono in campo è parecchio più inquietante.
L’Inter ostinatamente spallettiana che Luciano ha messo in campo ieri ha giocato i primi 10 minuti come se dovesse sbranare il Bologna timido (e molto modesto), del vecchio e caro nemico Pippo Inzaghi. Per i primi 3 minuti abbiamo giocato nella trequarti del Bologna, tutto il primo tempo è stato impostato su un magmatico e muscolare possesso di palla (al 45° era 70/30 per l’Inter), e il tentativo disperato di scardinare la cassaforte a muro di Inzaghi. Nulla, perché oltre che disperato il tentativo era parecchio prevedibile. Tre occasioni nitide nate da tre buone intuizioni e dal caso, tre conclusioni oscene (Perisic, Keita e soprattutto Gagliardini). Una buona parata sull’unica azione del Bologna ed eccoci lì, pronti a crollare, al solito collasso del sistema nervoso di una squadra davvero molto fragile.
Nel secondo tempo è cambiato poco e questo è un fatto positivo, nessun cedimento fisico né strutturale, fino al gol. Poi è stato semplicissimo. Ecco, qui gol rappresenta un buono spunto di riflessione perché è un gol inventato e nasce da un inserimento. L’Inter ostinatamente spallettiana ha fatto quel che chiede Spalletti e ha funzionato bene. Inutile stare qui a litigare e questionare la qualità del Bologna. Il Bologna è una squadra molto mediocre e faticherà a portare a casa la pelle, tra i tre avversari di inizio stagione era oggettivamente il meno pericoloso, il test più semplice. Forse anche per questo Luciano ha voluto perseverare, con qualche piccolo accorgimento e modifica in corsa.
Difesa a 4, Asamoah a fare il suo splendido mestiere di terzino di manovra (o centrocampista aggiunto), i due centrocampisti a guardia della difesa e davanti una figura geometrica d’invenzione certaldiana, il pentaquadro o parallelepippo, con la corsa generosa di Politano a tenere unito un fronte che ancora deve compattarsi. Nainggolan ha giocato a fasi alterne, ha mostrato che non è vietato entrare deciso e protestare a muso duro, è sparito ed è tornato in partita con il gol, un bel gol. Quando è uscito ha indicato alla panchina la coscia destra e domani farà esami strutturali per valutare l’entità del problema. Preghiamo in silenzio, tutti.
La sostanza è semplice: 3 punti fuori casa. sul resto su tutto il resto avremo tempo per meditare, sulla manovra senza Mauro, su Candreva, sugli errori di Keita, sulla protervia di Luciano. Ma soprattutto ci sono due settimane di riposo e pausa, due settimane in cui chi è indietro di condizione potrà avvicinarsi a quel livello che il gioco dispendioso di Luciano richiede. 3 punti, un sospiro di sollievo, basta con lagne e disfattismi.
Le Pagelle
Handanovic 6,5 – Una buonissima parata su un colpo di testa da due metri, una bella uscita in presa sicura, era la giornata sì.
D’Ambrosio 6 – Soffre poco o nulla, propone poco o nulla, dalla sua fascia non arrivano problemi e non nascono opportunità. Un sabato tranquillo
De Vrij 6 – Avversari come Falcinelli, Santander e Orsolini non lo mettono in difficoltà, sale sempre sugli angoli ma questa volta non trova la porta, lui e Skriniar in una difesa a 4 son clienti terribili per gli attaccanti
Skriniar 6 – Idem come sopra. Unica variante il gol sbagliato, che gli sarebbe valso mezzo voto in più.
Asamoah 6,5 – In attesa di scoprire come si dica in ghanese ofelè fa el to mesté, è riuscito comunque a convincere Spalletti a metterlo a sinistra, partendo basso. È tutta un’altra musica.
Gagliardini 6 – Muscoli e presenza fisica. Ha i piedi (ma soprattutto le scarpe), di un carpentiere delle sue parti e lo dimostra sparando alle stelle una palla semplice, ma tiene bene nel mezzo
Brozovic 6 – Tanta corsa, tanta confusione, qualche palla persa, poche intuizioni. Insomma, Psyco Brozo nella vita di tutti i giorni.
Nainggolan 7 – Il voto è per il gol e l’atteggiamento in campo, il piglio. Non certo per le pause, ma la condizione è ancora quel che è. Lo aspettiamo, già così fa la differenza.
Perisic 6,5 – Un assist, un gol, tante pause. Ha bisogno di tempo, come molti compagni di squadra, ma resta un giocatore formidabile e un lusso. Non averlo ceduto è un grande acquisto.
Politano 7,5 – Troppo? No. In queste prime tre giornate si è snaturato, lui che la porta la vede eccome, per cucire il gioco e aiutare la squadra. Corre come un dannato, cerca sempre lo scambio nel breve e la verticalizzazione, unico a farlo.
Keita 5,5 – Apre spazi e ha intuizioni, salta l’uomo ma sotto porta è l’anti Icardi, nel senso che lui non la vede proprio. Meglio da esterno.
(Vecino – Candreva 6,5 – Vrsaljko sv)
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manca il voto all’ allenatore