“Eh ma il Perisic dello scorso anno…”
“Ma il Perisic dei mondiali…”
“Il Perisic della Croazia…”
Eh. È un bel problema. Per davvero. È una delle poche volte che mi trovo d’accordo con i tifosi – quei tifosi che più che tifare spesso fanno solo tanta sterile polemica. Perisic però è un problema, considerando che siamo quasi a dicembre.
Nella mia testa, fino a questo momento, le basse prestazioni di Perisic in campionato sono state automaticamente giustificate con le “fatiche mondiali”. Smaltire un Mondiale, smaltire un Mondiale in cui sei arrivato in finale, smaltire un Mondiale in cui sei arrivato in finale da titolare e protagonista.
Credo che però il tempo di questo ragionamento sia finito. E non a caso, ma perché è palese la differenza tra il Perisic in Nerazzurro e quello Croato. Un giorno incolore, pochi giorni dopo leader e trascinatore tra i migliori in campo.
Insofferenza, frustrazione. Queste le sensazioni che spesso provo vedendo Perisic giocare con la maglia dell’Inter. Nelle partite di Perisic tante lamentele, tanto sbracciare quando non riceve il pallone, tanto incazzarsi tanto quando si sbaglia. Ma, ed è il vero problema, sbagliare tanto, perdere tranquillità, osare poco o farlo senza convinzione.
In un gruppo i problemi del singolo sono di tutti, i problemi di Perisic devono essere risolti dal gruppo. Ecco perché stiamo sognando Perisic. Il problema non è di numeri, anche andando a questo ritmo arriverà a +10 gol a fine stagione, il suo bilancio sarà per gli amanti delle cifre soddisfacente. Sogniamo il Perisic Croato anche in Nerazzurro, Brozovic insegna che è possibile e può dare enormi risultati.
Perché l’Inter ha bisogno come il pane di Perisic. Vi siete chiesti perché Spalletti raramente gli nega una maglia da titolare, nonostante sia evidente il suo non essere al top? Perché un giocatore come lui è una risorsa in più. Fosse anche solo per la mano che dà in fase difensiva, fosse anche solo perché nonostante non gli riesca un cazzo (o quasi) non molla mai del tutto, continua a correre, anche a vuoto, e a sbracciarsi.
Perisic è un combattente. È probabilmente più irritato dei tifosi nell’accorgersi di stare vivendo una stagione difficile in Nerazzurro. E questo non fa che mettergli addosso più pressione. E farlo sbagliare, e ricominciare. Ma Perisic ha dimostrato di saper andare oltre e riuscire a essere il Perisic che vediamo con la Croazia.
Dobbiamo essere pazienti, applaudire anche quando si sbaglia seppure a muso duro. Così come i compagni devono servirlo di più, non di meno. Sbaglierà, magari calerà ancora, ma prima o poi si incazzerà, migliorerà, farà bene. E noi saremo lì, sognando Perisic.
Sappiamo come funziona, il coccodrillo Brozo insegna che è così. Non c’è bisogno di chiamarsi Vecino, non c’è bisogno di essere uruguagio, basta solo avere quella cosa dentro. Come si dice garra charrúa in croato?
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