Marcus, chi sei?

Marcus, chi sei?

Ce lo si chiede sempre al primo giorno. Queste sono le ore in cui tutti si fingono esperti, ma in realtà hanno visto mezza partita in Champions e qualche collezione di gol su Twitter o su YouTube. E allora guardi questo nuovo arrivato e ti chiedi se sia più un Rambert o più uno Zanetti. Guardi il suo sguardo e cerchi un cenno, un gesto, un riflesso che possa raccontare qualcosa.

Già la sua tuta qualcosa lo racconta, anche se non sappiamo bene cosa. Poche ore dopo è in maglietta a visite mediche terminate, indossa sciarpe, tiene il profilo basso. Bene, ci piace questo (Gabigol che ne pensi?).

L'arrivo di Marcus Thuram all'Inter

E mentre cerchi di capire chi e cosa possa essere questo Marcus Thuram, inevitabilmente pensi a Lilian. Quando il papà di Marcus iniziava a solcare i campi italiani, infatti, Marcus muoveva i primi passi: noi nel frattempo eravamo quelli di Sforza e di Kanu, di Angloma e Winter, di Roberto Carlos che se ne andava e di Juri Juri Djorkaeff – sul nome parte automatica la sincope, scusate – che volava. Erano anni complessi, passati a guardare papà Lilian giocarsi il prestigio in Italia con le maglie più sbagliate: non possiamo non chiederci, oggi, se Marcus non possa rettificare le storture della storia portando a casa Thuram anche quel nero e azzurro che può abbellire qualsiasi profilo. Bella opportunità.

Chi sei, Marcus Thuram?

Chi sei Marcus? Quello che ha raccolto il testimone di Dzeko o quello che prova a sfilarlo a Lukaku? Quello che arriva da sparring partner o quello che ha fin da subito mire belle alte? “Inter” è sicuramente più facile da scrivere che non “Mönchengladbach”, ma fidati che non è altrettanto facile da leggere: se saprai conquistarti il cuore di San Siro, però, non hai idea di quante soddisfazioni potrai toglierti. No, non ne hai idea. E non chiedere a papà, perché nemmeno lui ha idea di cosa possa essere San Siro quando vuole essere San Siro.

Certo, abbiamo guardato anche noi le tue immagini ed i tuoi gol degli ultimi mesi. Una cosa ci piace un sacco: quel tocco piano sottoporta, quello che mette la palla in quell’angolino dove nessuno può arrivare e dove la sfera entra docile. Ci piace perché troppe volte negli ultimi mesi l’abbiamo sparata potente addosso al ginocchio di turno, alla deviazione fortuita, al destino che inchioda le partite e non ti consente di volare. Eppure potrebbe bastare un tocco docile che arriva da una gamba possente per far girare la storia nella giusta direzione.

Questo cerchiamo nei tuoi occhi mentre ti guardiamo con la sciarpa per la prima volta al collo: cerchiamo quei riflessi di nero e azzurro che potrebbero illuminare una stagione. Dillo a papà: si sta bene qui. C’è un’aria buona. E belle sensazioni. E tanta voglia di volare verso quelle due stelline che brillano lassù.

Marcus, chi sei? Te lo chiediamo noi, ma chieditelo anche tu. Perché da queste parti è così: si diventa grandi in fretta, a volte, e bisogna avere le idee chiare.

One thought on “Marcus, chi sei?

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  1. Marcus …… è una scommessa.
    Come tutti quelli che arrivano con l’aura di salvatore della patria. Compito duro, se si pensa che deve sostituire un gentiluomo dal nome di Edin.
    Ma un in bocca al lupo se lo meritano tutti.
    Basta che non rispondano : crepi il lupo. E no, cosi proprio no.

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