Ho fatto una scommessa.
L’altra notte ero al piano bar del mio amico Jerry Lipari. Stava canticchiava l’ultima strofa di Sciampagn di Peppino di Capri quando ci ho detto: stai a vedere che c’abbiamo un giocatore che se lo cominciano a mettere in campo ci fa divertire a tutti quanti.
Sto parlando di Jovetic.
Io l’ho visto come “non” ha giocato in queste partite e mi è piaciuto assai. Contro la Juventus ha esultato che pareva a Coco quando ha saputo che avevano ingabbiato a Fabrizio Corona. Domenica, invece, durante Inter-Bologna, quando è uscito Kondogbia lo ha abbracciato per consolarlo come Niky Vendola abbraccia il fidanzato suo nelle foto che ci vende ai rotocalchi.
Pensa te: questo l’anno scorso alle prime giornate pareva più decisivo di Icardi, poi dopo un litigio che non si è capito bene è finito in castigo e da lì non è uscito mai più. In estate pur di venderlo hanno chiamato persino ai Della Valle, quelli che non si possono vedere con nessuno da Moratti in giù (vi ricordate agli sgarbi per Toni e Salah?) e che l’ultimo affare insieme risale a non so quanti anni fa quando Oriali comprò cinque paia di Hogan vicino a Brera.
Eppure, malgrado tutto, Jovetic è rimasto, si allena duro, ci crede, ha giocato cinque minuti a Pescara ma ci scivola tutto addosso, senza fare mai una polemica, più sereno di padre Cionfoli sul palco di Sanremo. Lo vedi serio, sul pezzo, voglioso. Insomma, pronto. Guardatelo in televisione: quando esulta dopo un gol, lo fa perché ci crede veramente, non come a Felipe Melo che aspetta di essere inquadrato per fare il guappo e strappare gli applausi.
E allora vedrete, appena ce lo mettono in campo ci regalerà molte gioie. A cominciare dalla prima: far sparire dalla rosa dell’Inter il Re dei gregari, il Mario Beccia degli attaccanti: avete capito vero?, sto parlando di Eder, uno talmente abituato a giocare nelle piccole squadre che ai compagni dell’Inter continua a darci del lei. A furia di giocare da terzino, ormai tira in porta come un Gresko qualunque e da gennaio tiene la media gol di Van Basten, ma solo dopo l’infortunio alla caviglia.
Con Jerry abbiamo scommesso una bottiglia di Montenegro, come omaggio a Jo-Jo che viene da quelle parti lì. E se Frank si decide a buttarlo dentro, mi sa che me la bevo alla saluta vostra e dell’Inter tutta.
Amala (e stappala: alla bottiglia)
Il vostro Pino Robiola
Lo ha messo