La hybris di Ventura e il cugino di Bonucci

Con il campionato fermo, il pensiero non può che andare alla nazionale e ai Mondiali mai così lontani. Non che la pratica svedese, non sia ribaltabile, tutt’altro. Ma tra due giorni si scende di nuovo in campo, e l’augurio è quello di mettere un attimo da parte le false certezze, perché per andare in Russia bisognerà sbagliare pochissimo. Io la conosco quella faccia di Ventura. È quella degli ultimi mesi di Bari, quando lo spogliatoio gli era sfuggito dalle mani e lui era uno dei pochi a non capire cosa stava succedendo. Non l’uomo che aveva fatto lo scherzetto a Mourinho un anno prima, ma quello che aveva perso le certezze.

E mi terrorizza, lo dico ad alta voce, la sua hybris, quella sfrontatezza nel dire “Noi ai Mondiali ci andremo, state tranquilli“, o il suo rispondere al povero Alciato, “Vieni a Milano e ti faccio vedere come ribaltiamo questa partita“. Credo che mai come questa volta, il Mondiale, sia nelle mani, nella testa e nei piedi, sopratutto dei giocatori. Sopratutto di gente (ci stiano simpatici o meno) come Buffon, Chiellini e De Rossi – che ieri non ha inciso, ma almeno si è fatto sentire ed è stato l’unico a rispondere alle provocazioni svedesi -, visto che Bonucci, attualmente, non solo non sposta gli equilibri ma fa fatica pure a spostare i mobili dell’Ikea. Ieri sembrava di vedere il cugino del giocatore che andava testa a testa con Rizzoli, meno di sei mesi fa. Picchiato dai bulletti svedesi non ha avuto la forza di far assaggiare i tacchetti al Berg di turno, o di fargli capire, con una vecchietta alla Samuel, – nostalgia – che non è il caso di allargare le braccia in continuazione.

Una volta i nostri difensori avrebbero benedetto una partita del genere, una manna dal cielo per gente come Materazzi o Riccardo Ferri, – piacere io sono lo stopper ed hai allargato il braccio al minuto sbagliato – un incubo per il Bonucci timido di questo inizio stagione. Andrò conto corrente ma ad un certo punto ho iniziato a pensare che una lamentela in meno e un calcione in più avrebbe fatto prendere meno fiducia agli svedesi. Le lamentele di Ventura nel dopo partita non sono un buon viatico. Se ci aspettavamo tappeti di fiori dagli svedesi è un problema nostro. Ora la fatica è capire se siamo pronti alla battaglia di San Siro. Perché ci sarà da fare a botte anche lì.

La finta tranquillità di “Mister Libidine“, la sua malcelata ostentazione di una certezza che non possiamo avere (perché mai dovremmo passare “per forza” quando sono loro ad essere in vantaggio?), sono peggio della scelta di far giocare un giocatore piuttosto che un altro. Perché, parliamoci chiaro, gli uomini sono quelli, non è Insigne, né tantomeno Eder a fare la differenza. Certo, il campionato italiano dice che pochissime squadre giocano con due centravanti, ma se Ventura ha in mente un attacco stile York e Cole, i Calipso Boys, allora è il caso di fare più cross. Anche se l’idea di farlo contro gli armadi svedesi, nonostante il piede caldo di Antonio Candreva, non mi sembra la migliore delle idee possibili. meglio sgusciare dopo avergli rubato tutte le matite e mettere palloni bassi per gli attaccanti rapidi. Piuttosto mi tengo un centravanti pronto a subentrare e a cambiare la partita. Ma il condottiero mi sembra paonazzo, ha una faccia che non mi piace affatto e una tensione che se lo sta mangiando.

Come se dietro le sue parole di circostanze ci sia la paura, legittima tra l’altro, di passare alla storia come l’allenatore che non si qualificò ai Mondiali. Vorremmo dire “non accadrà”, ma preferiamo una pacata fiducia ad una forzata ostentazione. E dovrebbe preferirla anche il mister. Forza Italia. Ribaltiamola.

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