Il senso di Arnautović per la rete

All’Inter mancava un centravanti e alla fine il centravanti è arrivato. Si tratta addirittura di un ritorno. Sì perché, a distanza di tredici anni, Marko Arnautović torna a vestire la casacca nerazzurra.

Che tipo di giocatore è oggi l’austriaco? Dal punto di vista tecnico certamente un giocatore più maturo rispetto alla sua prima esperienza all’Inter (aveva solo vent’anni). Nello scorso campionato Arnautović ha messo a segno 10 reti, confermandosi elemento importante per il Bologna, nonostante il fatto che le sue presenze siano state soltanto 21, a causa di problemi fisici e anche di dissapori col tecnico felsineo Thiago Motta.

Soprattutto, l’ex West Ham ha confermato, dopo le 14 realizzazioni della stagione 2021-22 (nella quale aveva accumulato 33 presenze) di essere un giocatore impattante. Quest’anno infatti, guardando ai dati Fbref, soltanto Grégoire Defrel (0.22), Rasmus Højlund (0.18), Dany Mota (0.18) e Mario Pašalić (0.18) hanno registrato più non-penalty expected goals per tiro (npxG/Sh) di Arnautović (0.17).

Quando Motta lo utilizzava, Arnautović, non era però soltanto il finalizzatore del Bologna, ma anche il go-to-guy della formazione felsinea, l’attaccante da lanciare in profondità appena si apriva la possibilità di andare in verticale dopo la fase inziale di costruzione.

In questo senso il nuovo attaccante a disposizione di Simone Inzaghi potrebbe ripetersi in struttura tattica come quella nerazzurra che, dopo il mercato estivo, con le perdite di André Onana e Marcelo Brozović, il mancato arrivo di Lazar Samardžić e l’acquisto di Marcus Thuram potrebbe finire per avere un atteggiamento ancor più verticale.

La domanda che certamente si pongono i tifosi dell’Inter riguarda però il possibile contributo di Arnautović rispetto a Romelu Lukaku e Edin Džeko. Limitandoci all’ultima stagione, al di là dei gol (dei 10 dell’austriaco abbiamo già detto, con Lukaku che ne ha messi a referto lo stesso numero e con Džeko arrivato a quota 9) interessanti sono altri dati.

Dal punto di vista delle conclusioni in Arnautović troviamo una punta che nel 2022-23 ha trovato lo specchio della porta nel 58.1% delle volte in cui ha tirato, con una percentuale di realizzazione rispetto ai tiri presi del 32.3%. Per Džeko questi dati sono rispettivamente del 34.2% e del 12.3%. Più alti quelli di Lukaku (43.1% delle conclusioni finite nello specchio, 19.6% la percentuale di conversione in gol) ma sempre distanti da quelle del nuovo attaccante dell’Inter.

Arnautović è quindi, sulla carta, un finalizzatore migliore del belga e del bosniaco. Altro discorso invece è quello riguardante le capacità associative dell’austriaco. Dalla sua abilità nel combinare con Lautaro Martínez passeranno infatti le fortune offensive della squadra di Inzaghi quando in campo, in attacco, verrà schierata questa coppia.

Lukaku e Džeko hanno dimostrato di poter giocare con l’argentino e con gli altri compagni, producendo 6 e 3 assist, con un dato di 0.2 in termini di expected threat (xT) su passaggio.

Arnautović invece, essendo il più delle volte il rifermento offensivo terminale della manovra bolognese, non ha prodotto nemmeno una assistenza. Il suo dato xT su passaggio è di 0.1.

Vedremo dunque come il giocatore saprà impattare in un contesto dove potrebbe essere chiamato a recitare la parte non del primo attore ma di un coprotagonista.

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