Il primo giorno dell’era Spalletti

Di Michele Tossani

Ieri, ore 11, Suning training center: l’Inter si è radunata. Comincia l’era spallettiana. Un anno dopo la sgangherata fine dell’era Mancini, quella del giro negli States e del duello fra l’allenatore jesino e l’allora CEO nerazzurro Michael Bolingbroke, parte un nuovo ritiro per una nuova avventura. 

Le aspettative, come in ogni inizio, sono tante: la rosa della squadra è ancora in divenire ma la ventata d’aria nuova portata da Luciano Spalletti fa ben sperare. Chi ben comincia è a metà dell’opera? Non sempre, of course, ma stavolta le premesse sembrano esserci.

Chi non c’è

A Riscone di Brunico sale una rosa ancora incompleta. Per prima cosa, mancano i nazionali, che raggiungeranno il ritiro a partire da lunedì 10 luglio. I vari D’Ambrosio, Icardi, Peresic, Eder etc…non saranno quindi presenti al raduno. Lo stesso dicasi per il neo-acquisto Skriniar, ancora non ufficializzato e reduce dalla campagna europea U 21 con la Slovacchia. 

Mancano i botti di mercato. Walter Sabatini e Piero Ausilio stanno lavorando alacremente per cercare di portare a casa quei giocatori che, nelle intenzioni di tecnico e società, dovranno dare un contributo decisivo al salto di qualità.

Non c’è Borja Valero, dato comunque in arrivo dopo la rottura (consumatasi ufficialmente tramite WhatsApp) con la Fiorentina. 

Si lavora per un altro big del centrocampo, con Nainggolan, Vidal o il polacco del PSG Krykhowiak fra i nomi gettonati.

Mancano i terzini: Santon è in permesso (ma resterà?), mentre si lavora per Dalbert Henrique del Nizza.

Sarà assente Medel, forse definitivamente visto che Ausilio sta trattando la cessione del pittbull al Boca Juniors.

Stesso discorso potrebbe valere per Brozovic, in attesa anch’egli di possibile nuova destinazione.

Assente Gabigol. Ed è un’assenza che fa rumore. La stampa sostiene che il brasiliano abbia rifiutato tutte le possibili destinazione prospettate a lui ed al suo entourage per il prestito.

Non si sa se questo corrisponde al vero oppure se è soltanto una situazione momentanea determinata dal mancato approdo di De Zerbi al Las Palmas, dove sembra che l’allenatore bresciano avrebbe portato il nostro. Fatto è che anche Spalletti non considera Gabriel Barbosa facente parte del progetto tecnico nerazzurro.

Chi c’è

Detto degli assenti, ci sono comunque i presenti. Fra i quali troviamo i prospetti Pinamonti, Zaniolo, Odgaard e Baldini. Per loro la possibilità di impressionare Spalletti e misurarsi con i grandi dimostrando il proprio valore.

zaniolo brunico

C’è tutto lo staff tecnico, ancora assente dalla pagina ufficiale del club: il vice Domenichini, i collaboratori Baldini e Pane, i preparatori Marcello Iaia, Franco Ferrini e Alberto Andorlini e anche Martusciello, l’ex tecnico dell’Empoli alla ricerca di un pronto riscatto dopo il disastro Empoli, chiamato da Spalletti per curare la fase difensiva. Per loro una riunione di sei ore per pianificare il ritiro.

C’è Joao Mario…il portoghese ha saltato la Confederations Cup per un infortunio e che dovrà convincere l’allenatore di Certaldo a trovargli una collocazione tattica nell’ideale e progettato 4-2-3-1. Non sarà facile, soprattutto in previsione dell’utilizzo di Gagliardini fra i due centrali di centrocampo e col probabile arrivo di Borja Valero. La questione della posizione in campo dell’ex Sporting Lisbona ha già creato grattacapi prima a Franck De Boer e poi a Pioli. Ora la palla passa a Spalletti.

Ci saranno i tre portieri. Handanovic ok, ma anche Padelli e Berni. Su Padelli si è detto e scritto abbastanza in questi giorni (anche un bell’articolo oggi sulla Gazzetta) mentre meno si è detto di Berni. Per il 34enne fiorentino un bel premio. Mai schierato finora in nerazzurro, l’ex prodotto delle giovanili nerazzurre ha comunque dimostrato affidabilità in allenamento e presenza nello spogliatoio. Un valido aiuto per gli altri due compagni di reparto.

Infine, über alles, c’è lui, Lucianone. L’allenatore è la faccia della squadra. All’uomo di Certaldo il compito di ridare certezze e gioco ad una squadra che viene da sei mesi di smarrimento.

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