Con le tasche piene di SE e di MA (aspettando Inter-Roma)

Con i “se” e con i “ma” non si fa la storia, dicono. Ma non è vero. Semmai è con il senno del poi che non si fa la storia.

Con il senno del poi sarebbe bastato davvero poco per essere dove è il Tottenham. Con il senno del poi sarebbe bastata un pizzico di precisione in più per essere dove non ci siamo meritati di essere. Con il senno del poi una qualificazione difficilissima era diventata in realtà alla nostra portata, ci mancava solo tanto così. Con il senno del poi sarebbe bastato essere meno litigiosi e più in forma, anche solo di poco, forse proprio solo un pizzico, per poter proseguire una difficilissima avventura in Champions. E invece no, così non è stato. Tutto quel che avrebbe potuto essere, non è stato. Ma con il senno del poi è inutile lamentarsene, l’amaro rimanga come pungolo per la prossima occasione, come occasione di crescita, come tappa di un percorso.

Ci rimangono i SE e i MA. Ne abbiamo le tasche piene, anzi.

Se Nainggolan volesse ad esempio dimostrare che rinunciare a Zaniolo è stata imperizia, ma non follia. Se Perisic ritrovasse quel guizzo che aveva, che vedemmo, che sappiamo esserci in fondo ai suoi scarpini. Se Lautaro è quel che iniziamo a credere che possa essere. Se Icardi avesse l’umiltà di capire che qualcosa da farsi perdonare ce l’ha (e siamo tutti ben disposti a chiudere un occhio). Se Spalletti sente di avere le idee chiare il timone in mano nel momento giusto. Se questa squadra vuol far proprio quel che pensa di meritare e di volere.

SE vinciamo con la Roma, avremo dominato anche il senno del poi. Avremo probabilmente un’altra opportunità il prossimo anno, un altro Tottenham con cui misurarci, un altro PSV in cui specchiarci, un altro Barcellona in cui proiettarci; un altro palcoscenico, un altro orgoglio, un altro capitolo da poter scrivere.

MA bisogna vincere stasera. Bisogna conquistarselo quel senno del poi.

Chi se lo dimenticherà mai quel pallone che scende al limite dell’area, capitan Zanetti che lo calcia con tutto quel che aveva in corpo, Totti che tenta di fare scudo e la rete che si gonfia come uno scudetto? Oggi come allora i SE e i MA sono le curve che la vita ci presenta e poi c’è un rettilineo tutto da godere: quella di stasera è uno di quegli ostacoli, uno dei più importanti, uno di quelli dietro il quale si svolta. Chi è pronto alzi la mano. Chi è pronto scenda in campo. Chi è pronto non ha paura del senno del poi, perché è pronto a dominare con i SE e i MA: facendoli propri, usandoli come armi per scrivere di proprio pugno la propria storia. E noi alla partita con la Roma ci arriviamo con le tasche piene di SE e di MA.

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