Tre punti fondamentali. Due giocatori + uno da nazionale (italiana, incredibile), una constatazione amichevole tra Eder e Dzemaili, un diamante di Banega, una preghiera e un gol che ci fa esultare come bambini. Per essere stata una partita bruttina, poteva andare peggio.
Handanovic 8
C’è un momento della partita in cui la regia lo inquadra: cappellino per difendersi dal sole, schiena un po’ ingobbita, immagine lontana da quella di un portiere leader, alla Reina per intenderci. Però lui para. Un diversamente leader che, chiamato in causa, sbarra la strada all’ultimo assalto bolognese e ci salva dal pareggio. Ancora scusa, Handa.
Medel 6,5
Non so voi, ma io un posto ad uno così glielo troverei sempre. Soprattutto se non deve impostare il gioco. Concreto.
Miranda 6,5
Di certo non gli si può rimproverare il cartellino giallo che prende e che gli farà saltare la partita con la Roma. Per il resto gioca contro nessuno, e gioca benissimo. Signore (anche quando abbatte l’avversario con un’anca).
Murillo 6
Con Miranda e Medel accanto, e nessun attaccante del Bologna a impensierirlo, può persino andare a (ri)provare qualche rovesciata in area avversaria. Stavolta con meno fortuna. Dai Muro, domenica è la tua notte.
D’Ambrosio 7,5
Altra partita di spessore. Corre tanto, e finalmente con costrutto. Tanto che il cross per l’ascensione al cielo di Gabigol nasce da un suo inserimento. Ho la sensazione che uno come Sacchi l’avrebbe convocato in nazionale. Ricorda quei giocatori alla Mussi o alla Benarrivo, per intenderci, e sinceramente anche in questa Italia non sfigurerebbe affatto.
Gagliardini 6
Oggi meno brillante del solito. Lo intuisci dal fatto che non riesce a procurarsi quelle tre-quattro occasioni clamorose alle quali ci ha abituato. Provare ci prova, ma con meno convinzione del consueto. Però è forte, e anche lui meriterebbe molto presto l’azzurro.
Candreva 5
Fuori partita e poco aiutato dai non inserimenti di Palacio e da Eder che gli gira intorno. Ad un certo punto sembra che giochi con una palla medica, tanto non riesce ad alzarla. Indolente.
Perisic 6,5
È pericoloso anche quando non è particolarmente ispirato. Tira da fuori, tira la carretta, a volte giustamente tira il fiato. Ma è un giocatore troppo importante per questa squadra. E anche Pioli, visto che non lo sostituisce mai.
Joao Mario 6,5
Dzemaili gli prende la scena e attacca alto sia lui che il Gaglia. Lui capisce che non è la sua giornata migliore, e si mette a fare il gregario lasciando a Banega la scena e il compito di risolvere. Anche da questi particolari si vede l’intelligenza di un centrocampista moderno.
Palacio 5
Non pervenuto, El Trenza. Il rispetto che gli dobbiamo è grande, ma in certi momenti della partita (su tutti quando viene anticipato in area da un difensore, mentre tenta maldestramente di controllare il pallone) sembra un ex giocatore.
Eder 5
Se l’arbitro avesse punito con il rigore il suo calcione a Dzemaili, forse staremmo parlando di un’altra partita. Involontario o meno, il suo intervento è al confine tra il “negligente” e il “folle”. A questo giro ci va bene, l’arbitro opta per la constatazione amichevole come aveva fatto Rizzoli sul contatto Mandzukic – Icardi.
Ansaldi 6.5
Entra in campo con tutta la vigoria che lo contraddistingue. Se ne accorge la mia fidanzata, ma anche il suo dirimpettaio del Bologna, che perde campo e consente all’Inter di conquistare metri importanti. Tattico, ma con brio.
Banega 7,5
La risolve lui, e non provatemi a convincermi dal contrario. Decisivo (Finalmente).
Gabigol 9
Il voto è al personaggio, e alle gioie che ci regala, non certo al gesto tecnico che ci ricorda quelli che la mia generazione chiama “Gol alla Balbo“. Non so voi, ma io ho esultato come un bambino. Perché aveva segnato lui. I tifosi presenti allo stadio hanno esultato come bambini, lui stesso si toglie la maglia, si inginocchia, prega e ringrazia. Non abbiamo ancora capito chi è, ma di certo sappiamo che ci ha fatto riscoprire sensazioni sopite, emozioni puerili e per questo straordinariamente spontanee. Non abbiamo l’anello al naso, sappiamo benissimo che questo gol non c’entra nulla con quello che segnò Ronaldo a Bologna, quasi vent’anni fa. Gabriel Barbosa è un calciatore che nessun altro tifoso può capire, per il semplice motivo che nessuno l’ha mai avuto. E questo gol è dedicato a tutti i bambini di cinque, dieci, venti, trentacinque e quaranta anni che hanno esultato come si faceva nelle partite al parco, tra giubbotti messi al posto dei pali, per un gol facile facile che procura una gioia grande grande. Bambino tra i bambini, elude l’oggettività e ci riporta alle emozioni autentiche. Come faccia, e perché, non è dato saperlo.
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