Tre punti importanti dell’Inter nonostante una buona Inter (le solite 5 cose buone e cattive)

Una partita difficile. Una brutta partita, forse la peggiore della stagione dopo il pareggio di Bologna. Ma mica perché s’è giocato male o rischiato qualcosa, il problema vero è stata l’indolenza terribile e l’imprecisione di quasi tutti per quasi tutta la partita. Tocchi corti, palle molli e approssimazione contro una squadra che ha scelto di non giocare, di sistemarsi molto dietro la linea della palla e aspettare qualcosa, un miracolo, dei regali. Proprio quelli che l’Inter ha rischiato di fare a un Verona timido e grato. Questa sera sono emersi un po’ dei limiti di una squadra che replica a memoria il gioco appena appreso e che lo fa bene, ma che a volte non riesce ad accelerare e che rischia di pagare le serate storte dei suoi esterni (che per fortuna anche a fasi alterne sono riusciti a decidere la partita). 3 punti d’oro se mai ce ne furono, la vera dimostrazione che il peggior avversario dell’Inter in serate come questa è proprio l’Inter. Siamo lì, siamo secondi e da quando ci sono i 3 punti non siamo mai stati così avanti. Stringiamoci a coorte tafazzi nerazzurri di tutto il mondo, continuiamo a flagellarci per 90 minuti che poi in qualche modo i ragazzi la imbroccano.

5 cose buone

  1. Perisic o meglio il gol di Ivan. Perché diciamocelo, il 44 più forte del campionato era incappato in una di quelle maledette Serate Schelotto, le vere sere nere in cui non c’è tempo, non c’è spazio e mai nessuno capirà. Poi arriva quella palla al limite dell’area, una palla che ti chiama per nome e tu che sei Ivan Perisic il Dominatore non puoi che colpirla fortissimo e metterla in porta. Insomma più che Ivan poté il gol, per il resto così così.
  2. Candreva o meglio il cross di Candreva. Prima poi scriveremo un pezzo lungo, un viaggio all’interno dell’anima, della ragione e delle intenzioni di Candreva perché la vera missione è capire se ci fa o ci è, se ci fa disperare per puro diletto o se quei momenti di sonno, quei black out spaventosi che gli capitano più volte a partita sono invece un problema senza soluzione. Una palla meravigliosa per Borja, tante buone idee e i soliti quintali di palloni sbagliati. Resta il fatto che le sue ultime tre partite son tutte buone e che è determinante per questa squadra.
  3. Borja Valero o meglio il gol di BV, l’unico intellettuale organico della rosa nerazzurra. Una partita di corsa, buona gamba e molti tentativi di accelerare il ritmo di una squadra addormentata e un po’ supponente. Poco aiutato da Icardi che non scende mai a prendersela e non gli offre mai una sponda, è costretto a giocare nello stretto e a distribuire molti palloni all’indietro. Anche lui in crescendo.
  4. Skriniar. Il cammino dell’uomo timorato è minacciato da ogni parte dalle iniquità degli esseri egoisti e dalla tirannia degli uomini malvagi.
    Benedetto sia colui che nel nome della carità e della buona volontà, conduce i deboli attraverso la valle delle tenebre, perché egli è in verità il pastore di suo fratello e il ricercatore dei figli smarriti. E la mia giustizia calerà sopra di loro con grandissima vendetta e furiosissimo sdegno su coloro che si proveranno ad ammorbare, e infine a distruggere i miei fratelli. E tu saprai che il mio nome è quello di Skriniar, quando farò calare la mia vendetta sopra di te! Ezechiele 25:17
  5. Il/la VAR. Ci siamo tolti questo pensiero. Un rigore contro, un rigore giusto (discutibile a velocità naturale, netto al replay), un rigore che come ovvio non avremmo contestato anche se avesse determinato il risultato. È semplice: ci sono delle regole, un arbitro che le applica, dei giocatori che accettano le sue decisione. È il calcio baby.

5 Cose Molto Cattive

  1. D’Ambrosio. Non ce ne voglia il Perfezionista (come lui ama chiamarsi), ma quella di stasera è stata una piccola catastrofe. Noi gli si vuole bene perché ci mette sempre cuore e faccia, ma oggi ne ha imbroccate poche, ha collaborato alla costruzione di un rigore che il Verona mai si sarebbe sognato di cercare e ha rischiato, sempre in tandem con il suo compagno di merende Handanovic, di confezionare almeno un’altra zozzeria pericolosa.
  2. Handanovic. Funziona così: Handa ti fa sentire un ingrato per 10 giornate, quelle in cui para tutto. 10 giornate in cui potresti tiragli una lavatrice nel sette e lui la prenderebbe senza problemi. Allora tu che non ti fidi di Handa cominci a rilassarti e pensi di avere in porta uno dei migliori al mondo. Errore. Due gol della Sampdoria e il folle rigore di stasera stanno sul suo groppone, sulla schiena larga del buon vecchio Handa, quello che conosciamo da anni e anni.
  3. Nagatomo. Ora è lui e quel terzino dignitoso di settimana scorsa è finalmente uscito dal suo corpo. Non ne controlla una, le spara tutte lunghe e fuori, nel secondo tempo tenta una sortita commuovente, una roba da Dorando Pietri o da Toti, solo senza lancio della stampella. La fascia sinistra dell’Inter (in fase difensiva), è terra di conquista anche per Romulo, che ha una bella storia ed è un bravo ragazzo, ma non è Maicon. È Romulo.
  4. Miranda. Non gioca male, no. Ma gioca? Siamo talmente abituati ad aspettarci dei miracoli da Skriniar che sta passando sotto silenzio il timido canto del cigno di Miranda, che fino all’anno scorso ha tenuto in piedi la difesa dell’Inter da solo. Serve un altro centrale per farlo respirare, a forza di ripeterlo prima o poi succederà. Forse.
  5. Icardi. Capita Maurito. Se non corri, non la prendi mai, non fai la sponda e la palla che tocchi la spari in tribuna, capita anche al migliore di tutti di finire dietro la lavagna. Aiuta davvero pochissimo la squadra e non corre, inedito assoluto, e non si sbatte come al solito. Una giornata di riposo, lo aspettiamo fresco, motivato e velenoso domenica mattina.

Le Pagelle

Handanovic 4,5 / D’Ambrosio 4,5 – Miranda 5,5 – Skriniar 7 – Nagatomo 5 / Vecino 6 – Gagliardini 5,5 – Borja Valero 6,5 / Perisic 6,5 – Candreva 6,5 – Icardi 5

(Cancelo 6, Brozovic 5,5, Eder sv)

Spalletti 6,5

 

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