Tanti auguri Walter Zenga, tanti auguri a noi

Walter, io ti voglio bene da quel dì. Mi dissero che c’era uno forte che giocava nella Sambenedettese, che era interista più di chiunque altro e che presto sarebbe tornato a casa. Veniva da quei bordi di periferia in cui magari i tram vanno ancora ma bisogna avere le palle per non diventare un luogo comune, un bullo di quartiere. Veniva dal secondo anello di San Siro, quello a Nord. A 13 anni ti bastano poche credenziali, una foto del tuo nuovo eroe con la sciarpa al collo ed è fatta.

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Non fu amore a prima vista, qualcosa di più. Paravi tutto, andavi in televisione, imbroccavi i congiuntivi, avevi donne bellissime, giocavi in Nazionale e io ero sempre lì con te. Walter Zenga non era un Supereroe, piuttosto uno di noi. Quella faccia un po’ così mica ce l’hanno solo a Genova. Guascone, l’aggettivo giusto era quello. Divertente, paraculo, gli occhi sottili e il ghigno che solo a Hollywood, solo i migliori. Non fossi stato Walter Zenga saresti stato Bruce Willis, solo che lui non sarebbe stato te. Bruce Willis non vola da un palo all’altro.

Me ne hai fatte di tutti i colori Walter. Ti sei frantumato il naso in uscita su Martin Dahlin contro il Malmoe in Coppa Uefa, prima di quell’altra uscita in Coppa Campioni, nella stagione che doveva segnare l’inizio di un ciclo e che ne fu l’epitaffio. Ti sei arrampicato sulla schiena di Ferri ma non abbastanza per acchiappare il tocco di Caniggia, ti sei arrabbiato con l’Inter per troppo amore, hai tradito e sei stato tradito, sei diventato litigioso e sei rimasto un inguaribile romantico.

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Me ne hai fatte di tutti i colori e non ce n’è una che superi per intensità l’amore enorme che porto in petto, per te, per le tue parate e per quel modo unico di essere interista. Per quello scudetto. Per il tuo sorriso di quel giorno di maggio. Quell’anno avresti parato una lavatrice, te ne avessero sparata una nell’angolo alto. L’avresti parata. Il tuo modo di  vivere per l’Inter. Non una questione di pazzia o nevrosi, solo e semplicemente qualcosa di assoluto e senza regole che non siano quelle dell’amore.

Tanti auguri Walter Zenga, non è tempo che invecchia il nostro.

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