Scrivo mentre in TV passa uno spot che promuove l’intimo CR7, Buffon mi consiglia uno shampoo per la forfora e Chiellini mi fa venir voglia di disdire l’abbonamento a Tre.
Sembriamo accerchiati e invece ne usciamo con la sesta vittoria di fila, una roba che siamo vicini alle otto di Ranieri ai tempi di Castaignos (per dire).
Giochiamo contro una squadra che ha il nome di una parte del corpo che penso sempre stia a Ravenna, per dire quanto ne so sui nostri avversari.
La fortuna finalmente ci da una mano, quella di Djouru che al 13’ allarga le braccia su una spizzata di Icardi e la palla rimbalza lenta verso il palo. Uno a zero e gli interisti veri iniziano a tremare. Lo sappiamo, troppo presto, troppo facile, contro una squadra che attacca, corre (ma quanto cazzo corrono?) e tira in porta parecchio.
Miranda sente probabilmente tutte le nostre paure e decide di togliere il dente e il dolore: tira un calcione a uno che lo salta in area. Rigore. Antenucci lo calcia forte fuori, con Handanovic che la osserva pensando “esci, esci, esci, esci. Uscita!”
Loro pressano noi andiamo su twitter per vedere cosa si dice della partita e a giudicare dai tweet nessuno ci capisce un cazzo. Per alcuni Keita è un drago, per altri un disadattato, uno scrive che Vrsaljko sta facendo schifo e al confronto D’ambrosio è Garrincha prendendosi insulti a raffica.
Intanto Lazzari sembra Ribery ma con la faccia di uno di “Happy days”.
Lo sappiamo tutti che arriverà il loro gol e quando entra Paloschi ci ricordiamo anche che forma ha.
La differenza con stagioni maledette non è che non prendiamo il gol, ma che lo prendiamo quando ancora possiamo farne un altro e così succede. Nonostante le imprecazioni che ci tira fuori l’ex milanista che esulta come se avesse segnato al derby ci concentriamo teniamo la testa fredda fino a quando Perisic dà a Mauro un’imbucata che ricorda quella di Zanetti a Milito contro il Siena (si esagero, lo so, ma tant’è) e Mauro fa il suo mestiere.
Arriva il 94’ e la chiudiamo.
Vinciamo la sesta di fila, ora la maledetta pausa per la nazionale che ormai fa l’effetto che il festival di San Remo fa ai maschi eterosessuali del pianeta terra e poi il derby.
Ci arriviamo bene ma siamo l’Inter. Nel bene e nel male.
Segnalo un Vrsaljko che ammette di aver toccato la palla mandandola in corner e l’arbitro gli stringe la mano ringraziandolo per la sincerità.
Una roba che ci permetterà di continuare a dire
– “signora le è caduto un euro”
– “grazie”
– “si figuri sono interista sono onesto”
Amala
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