di Michele Tossani
Inter meritatamente battuta a San Siro da una Sampdoria organizzata e quadrata. Per affrontare l’undici di Giampaolo, un tecnico che fin qui ha raccolto in carriera meno di quanto avrebbe meritato, Pioli organizza il suo classico 4-2-3-1 con alcune scelte a sorpresa. A centrocampo vengono infatti schierati Gagliardini e Brozovic mentre in avanti Banega è preferito a Joao Mario: per il portoghese si tratta della quarta panchina di fila.
La Sampdoria pratica il 4-3-1-2 che Bruno Fernandes dietro Quagliarella e Schick.
I nerazzurri sono stati propositivi, giocando con un baricentro alto (54.2 metri) ma si sono allungati troppo, specialmente nel secondo tempo (alla fine lunghezza media 29.26 metri).
Soprattutto, sono mancati i singoli. In tutto questo le scelte di Pioli sono da considerare almeno rivedibili. Brozovic ha fatto rimpiangere Kondogbia, perdendo ben 21 palloni. Gagliardini, col quale il croato ha formato una coppia di centrocampisti centrali dalle spiccate attitudini offensive, non ha offerto il suo consueto contributo, registrando uno 0/2 nei dribbling e non tirando mai in porta. Kondo, una volta entrato in campo al posto dell’ex atalantino, è sembrato spaesato, vangando senza meta per il campo e ricordando più l’opaco e spento centrocampista dell’era De Boer piuttosto che il talento rivitalizzato da Pioli negli ultimi mesi.
Di nessun aiuto è stato poi Banega. Vero è che l’argentino ha fornito il cross per il gol del momentaneo vantaggio di D’Ambrosio ma, per il resto, l’ex metronomo del Siviglia è stato avulso dal gioco, limitandosi al compitino difensivo di cercare di schermare Torreira ma senza sussulti in fase offensiva.
A sfavorire il gioco dei tre centrocampisti centrali (interni e trequarti) è stata poi la tattica dell’Inter che, cercando di colpire ai lati il rombo blucerchiato ha finito per cercare spesso il cambio di campo per innescare il gioco sugli esterni. Ma, anche qui, i singoli hanno latitato. A destra Candreva è stato più impreciso del solito fornendo soltanto 5/15 cross riusciti e mancando una facile occasione all’8 minuto del primo tempo. A sinistra Perisic è stato evanescente fornendo una prova scarsa anche in termini di qualità (appena il 64% di precisione nei passaggi).
Qualità che è, in verità, mancata a tutta la squadra sei si pensa che i Nerazzurri hanno registrato un dato complessivo nella precisione die passaggi del 77.9%. In questo contesto il refigium peccatorum interista è stato il ricorso all’usuale arma del cross: l’Inter ne ha effettuati ben 46 dei quali soltanto 8 riusciti. Questo dato va a sottolineare con soltanto l’imprecisione tecnica nell’esecuzione ma anche la copertura non sempre adeguata dell’area di rigore da parte dei giocatori a rimorchio. Risultato? L’Inter ha effettuato 18 tiri ma soltanto 5 nello specchio della porta.
Per quanto riguarda Icardi, il cannoniere nerazzurro è stato poco servito finendo per toccare soltanto 17 volte la palla. Certo è che se l’argentino avesse trasformato il gol la comoda palla servitagli da Candreva nel secondo tempo la partita avrebbe forse potuto avere un’altra svolta. Invece l’errore rientra nella serata storta di un Icardi che ha anche perso 7 palloni.
Stavolta nemmeno gli inserimenti di Eder e Joao Mario ed il passaggio al 4-2-4 da situazione disperata hanno contribuito a cambiare l’esito di una partita che vede allontanarsi (definitivamente?) la zona Champions.
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