Cerco tiempo e nun ce ne sta (de Boer e la maledetta fretta)

Non ci nasconderemo, ci attendete al varco e non ci sottrarremo. Siamo quelli che hanno sostenuto FdB e si sono indignati per il suo esonero, quelli che hanno più volte scritto che con l’olandese in panchina saremmo arrivati tra le prime quattro e forse addirittura sul podio. Siamo quelli che sostenevano e sostengono che per insegnare calcio (non la tecnica, come ovvio, ma il metodo), ci voglia tempo.

Quando FdB ha firmato con il Crystal Palace abbiamo sperato che fosse giunto il momento del riscatto e che in un sistema più efficiente e senza il bullismo di Caressa e soci de Boer si sarebbe scrollato di dosso l’angoscia di un anno orribile e sarebbe ripartito di slancio, avrebbe ricominciato a fare quello che all’Ajax gli riusciva bene: vincere e fare gioco.

Non è andata così, è arrivato un altro esonero, forse anche peggiore di quello milanese. Brutti risultati, poco gioco e calciatori ammutinati. C’è qualcosa che non va, negarlo sarebbe stupido. Più che l’approccio tattico alla gara, c’è qualcosa che si è rotto nel dialogo tra FdB e i suoi giocatori, al di là fra modulo, delle scelte e della qualità tecnica della rosa. È andata male, malissimo, peggio e forse è tempo di fermarsi a meditare.

Frank de Boer è un ottimo allenatore, lo ribadisco. I 90 minuti di San Siro contro la Juventus quasi un anno fa sono stati una delle più belle dimostrazioni di come l’organizzazione di gioco possa colmare il divario tecnico. Una partita allenata senza errori contro la squadra che da sei anni lascia agli avversari le briciole e a volte nemmeno quelle.

Non è il modulo, non le scelte di formazione, c’è qualcosa che non funziona ed è come se l’elettricità tra FdB e i suoi giocatori fosse troppo intermittente, a volte assente. In casi come questo è inevitabile interrogarsi su cosa davvero pensi lui, il protagonista, che però è uomo riservato e silenzioso. Piacerebbe poter dire che de Boer ha solo bisogno di tempo, ma forse non è così. È ora che FdB capisca che il tempo è un bene di lusso per chi fa il suo mestiere e che i risultati guidano le scelte, quelli e non l’architettura di un grande progetto.

Buona fortuna Frank, è andata male di nuovo e non possiamo nasconderci dietro a un dito. La qualità del lavoro alla lunga paga, speriamo non ci voglia troppo, per ora ammetteremo che sei lontano, molto lontano dall’eccellenza.

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