Auguri Antonio, sono quello del gruppo che prova sempre, strenuamente, a difenderti. Non tornerò sul tuo passato da giocatore, non sei né la prima né l’ultima bandiera di una squadra che va ad allenare da un’altra parte. Cerchiamo solo di capire, una volta per tutte, che l’Inter non è un’altra parte, ma una filosofia, uno stile di vita. E che sei tu che devi abbracciare la sua storia, non lei la tua. Assodato questo, secondo me, andremo d’amore e d’accordo.
Ricordi i 3 mesi terribili di Bergamo? No, ma non è perché in un giorno felice come questo io voglia ricordarti un episodio negativo. Anche Brian Clough ha avuto il suo maledetto United, e penso sia giusto tenere sempre bene a mente i fallimenti per poter raggiungere la grandezza. In quella maledetta Atalanta tu ti mettesti contro tutti. “Il mio gioco“, “Le mie idee“, l’ostracismo verso i tifosi e verso alcune bandiere. Su una avevi proprio ragione, ma allora non ti capirono e ti mandarono via tirando un sospiro di sollievo.
Ora ti stai prendendo le tue responsabilità insieme a Marotta di cui non parleremo in questa missiva. Icardi non fa parte del progetto, Radja non fa parte del progetto, Perisic sì ma solo a determinate condizioni. Valutazioni decise, di un decisionismo che tende alla fretta, svalutazioni sicure. “Voglio due attaccanti di peso” e magari va a finire che ci troviamo con Lautaro e un primavera. Io ho fiducia mister. Ce l’ho perché come ho detto tante volte ti ho visto far correre persino Mariano Donda. Ed ho visto Lanzafame e Guberti che sembravano Giggs e Beckham. Li ho visti a Bari, dove tutti ti avevano accolto con diffidenza, perché oltre ad essere stato una bandiera della Juve, lo sei stato anche della squadra della tua città, il Lecce.
Alla Juve lo facevano apposta. Avevano bisogno di bandiere del Sud – come hai raccontato tu stesso – per far immedesimare i tifosi che lavoravano alla Fiat e che magari avevano fatto la stessa strada che hai fatto tu. Ora la strada ha preso un’altra direzione, tu hai compiuto 50 anni e puoi fare il salto definitivo, quello che per dircela tutta non hai ancora fatto. Bravissimo con il Bari, eccellente con la Juve e la nazionale, sorprendente con il Chelsea. Ma manca qualcosa, e lo sai anche tu. E credo che per andartela, andarcela, a prendere non basterà replicare ciò che hai fatto altrove. C’è bisogno di una nuova storia. Vediamo di scriverla con la stessa naturalezza con la quale ti mando questa lettera.
Auguri Antonio mio (cit.)
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