Tutto mi fa pensare all’Inter in continuazione. Ad ogni minima sollecitazione che riguardi i colori nerazzurri, un nome che vagamente ricorda quello di un giocatore del presente o del passato, il paese di provenienza di un allenatore, la mia testa vola a quello che potrà succedere alla meravigliosa Internazionale che tornerà a sorprendermi come ha fatto in passato e non solo a farmi ammattire come sta facendo da 5 anni a questa parte e come si è divertita a fare per parecchi anni prima del 2006.
Per non parlare delle associazioni immediate che mi viene da fare con paesi, popolazioni, o personaggi del cinema, letteratura o fumetti che tornano a vincere dopo secoli o millenni di oblio, che si riscattano e che portano la loro gente a godere di una nuova vita fino a quel momento priva della minima gioia.
Per questo motivo sono convinto che Nico Rosberg sia interista, così come è interista Walter White, o come lo è tutta la squadra di baseball dei Chicago Cubs che ha aspettato 108 anni per vincere le World Series. E’ nerazzurro il lupo italiano che era stato quasi sterminato nel ventennio fascista e oggi si è ripopolato ed è tornato ad essere il predatore più astuto delle montagne italiane.
Loro, tutti, forse non lo sanno ma dentro di loro c’è qualcosa di nerazzurro.
Forse esagero (anche se non credo) però domenica sera dopo l’esito del referendum quando il presidente del consiglio è apparso davanti alle telecamere e ha iniziato a parlare, per un attimo ho visto in lui (di provata fede viola) un lampo di interismo nel piglio e nello sguardo verso il futuro.
Le sue parole poi mi hanno fatto pensare che Renzi stesse parlando proprio di tutti noi.
“Chi lotta per un’idea non può perdere.” Ha detto all’improvviso Matteo Renzi. E io ho avuto la certezza che il centro del suo discorso fosse l’essere nerazzurri.
“Voi avevate un’idea meravigliosa”
“Voi non avete perso. Intendiamoci, c’è rabbia, c’è delusione, amarezza e tristezza ma vorrei foste fieri di voi stessi. Fare contro qualcuno è molto facile, fare per qualcosa è più difficile ma più bello. Siate orgogliosi di questa bellezza.”
“Arriverà un giorno in cui tornerete a festeggiare una vittoria e quel giorno vi ricorderete delle lacrime di questa notte.”
Grazie Matteo, dopo i tre gol di Napoli mi era un po’ scesa la catena, ma tu ci hai ricordato che l’Inter non è una sconfitta di passaggio, l’Inter è un grande ideale di bellezza.
Ora sono pronto per lo Sparta Praga.
Amala
Guarda che per disprezzare Renzi non c’è bisogno di essere populista o grillico. Renzi rappresenta quell’Italia che non c’entra niente con l’interismo, quella grigia e arrogante che puzza d’incenso e gol in fuorigioco per vincere contro le rivali, quella che farebbe accordi pure col demonio. Penso all’Inter se mi parli di Fidel Castro, di Freddie Mercury, di Mohammed Alì. Gente che ha unito passione e talento e non viscidi burocrati come l’odioso fiorentino.
Bene, assodato che abbiamo populisti/pentastallati e conservatori anche tra gli amici interisti (e d’altro canto, come dubitarne, statistiche nazionali alla mano?), personalmente ho trovato l’articolo intelligente e ironico. Sarà che anche io vedo spesso molte cose con il filtro nerazzurro, mi ritrovo perfettamente in certi esempi. Una parola che secondo me si attaglia molto bene all’interismo? Resilienza.
perfetti giovanni e lebowski. capisco associazioni e metafore e lo spirito di matteocaccia. ma, tolto qualche gandhi, i politici sono tutti il male. sono tutti moggi. sono tutti agnelli.
Io voglio bene a ilneroelazzurro perché parla di calcio e di Inter in modo spigliato e divertito, con intelligenza e di piacevole scrittura. Per questo sono rimasto basito nel leggere questo post a dir poco demenziale, a cui posso dare un senso solo se fosse stato scritto sotto potenti mix di alcol e droghe… L’Inter che ho amato e che vorrei rivedere la associo a figure di genio, scienziati pazzi magari, artisti sempre creativi e visionari. Penso a Sun Ra, Thelonious Monk, Phillip K. Dick, Steve Jobs, Glenn Gould, Stanley Kubrick, Ornette Coleman, Frank Zappa, Jean-Michel Basquiat, per dire solo i primi che mi vengono in mente. Matteo Renzi…? Ma che c’entra? Ma per piacere, per carità! Penitenziagite!
Il pezzo non aveva nulla di politico, evidentemente. Era chiaramente un rimando al nostro pensiero unico (l’Inter) anche da cose più futili o più serie, quasi in una citazione fantozziana ( scena delle tribune politiche).Ironicamente.
Troppo difficile?
Chiedo scusa, ma accostare l’Inter ad un nome come quello più volte scritto nel post mi sembra molto di cattivo gusto. Da una parte(la nostra) abbiamo colori splendidi, una storia gloriosa e la certezza di valori e di un’etica inattaccabili. Dall’altra (la sua) colori da beccamorto (sentita da un tifoso nerazzurro alla stazione di Firenze), una inveterata predisposizione alla menzogna, un’arroganza ripugnante e un modo di trattare gli avversari che non è il nostro. No. Con quello lì NOI non abbiamo niente in comune. Proprio niente. Né ora né mai, senza se e senza ma.
Ciao Matteo ti ascoltavo a Radio24 ho le tue parole subito dopo Madrid rivolte al tuo primo pensiero per il papà come me quando appena finita la partita la prima telefonata è stata a chi mi ha frantumato….per Inter Liverpool e a questo questo post è bellissimo!!! Roberto