Stare lì e far finta di niente

La juventus perde, il Napoli batte il Milan, la Roma vince il derby. Sono queste le notizie del fine settimana di Seria A appena trascorso. I ragazzi giocano la sera in casa con l’Atalanta, una di quelle partite che quando le guardi da lontano non le segni con la matita rossa, nell’anticamera della tua testa sono, anzi devono, più cautamente dovrebbero essere, 3 punti secchi.  Ma da vicino queste partite sono quelle che ci spaventano di più e il Torino appena passato dal Meazza è lì a ricordarcelo. Ecco perché vincere contro l’Atalanta è fondamentale e ci lascia 5 cose buone e 5 meno, anche se è giusto continuare a far finta di niente.

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5 cose buone

1.D’Ambrosio
Si sbatte sempre, le prova tutte.
Insegue una palla che tutti in fondo consideriamo persa, prende un fallo, punizione, gol di Maurito.
Recupera palla correndo come un forsennato, non la dà a Candreva (cosa che tutti gli stavamo chiedendo) la mette in mezzo al bacio, Maurito gol.
Allo stadio ormai tutti diciamo la stessa cosa: “Oh alla fine, D’Ambrosio…”

2. Skriniar, Skriniar, Skriniar
Ormai è quasi inutile sottolinearlo, dove c’è lui gli avversari si schiantano. Miranda sembra un novellino accanto a lui.
Poi in fondo al nostro cuore timorato abbiamo sempre paura che da un momento all’altro si trasformi in un ranocchio qualunque, ma quello ha a che fare con le nostre paure, non con le sue.

3. La forza fisica
Al netto di un po’ di mollezza che prende le gambe dei nostri eroi a metà del primo tempo, la squadra è tonica, spinge quando serve, poi magari non ha il piede ma la gamba non manca.

4. Lucianone
Da quando ha messo il culo sulla panchina dell’Inter non ha perso una partita. Nemmeno a Luglio quando la partita la vediamo con il costume ancora umido di sale di rientro dalla spiaggia. Poi succederà, per forza, statisticamente succederà, ma lui intanto rimane lì in piedi a prendere il vento per tutti con le mani sul timone, rintuzzando i commentatori tv, spiegando i calciatori e blandendo noi tifosi ogni domenica. Una piccola benedizione toscana.

5. Mauro Icardi
Ho letto un tweet che diceva “Se Icardi fosse della Juve quanto varrebbe ora?”
Ne sbaglia uno tirandola addosso a Berisha e ci fa portare le mani alla testa facendoci dimenticare che resiste ad una carica del suo marcatore rimanendo in piedi in corsa e facendo finire l’altro a terra.
Poi sempre lui, solo lui, si sgancia dalla marcatura e vede che la palla finirà dietro a tutti sul primo gol, ne fa  uno alla Crespo (o alla Icardi ormai) sul cross di D’Ambrosio.
Poi torna a casa e non accende la tv, non guarda la partita o i chiacchieratori di professione ma prende il guinzaglio e porta giù il cane a fare pipì

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5 Cose Cattive

1.Gagliardini
Non male, a parte un paio di brutte palle perse a centrocampo, non malissimo, però inutile far finta che da lui ci aspettiamo (e non scrivo di proposito “ci aspettavamo”) di più. I nostri occhi son tutti per Vecino, per la sua forza e la sua corsa e questo non rende merito a Gaglia a cui l’interista vuole bene a prescindere, ma lo spettro del ranocchio lo insegue con tutto il suo spaventoso gracidio e strepitio di catene.

2. Lo scetticismo su Santon
Avevo il panino salamella, cipolla e senape in mano quando ho letto il tweet con le formazioni: “Gioca Santon!” Ho urlato. Tutti intorno a me al baracchino mi hanno guardato come un pazzo, ho mostrato lo schermo dell’iPhone, come se davvero da lontano tutti lo potessero vedere quel nome scritto in piccolo in mezzo agli altri. Qualcuno ha mugugnato, poi è sceso il silenzio.
Ha ragione Spalletti: “Tutti servono e tutti serviranno”. Fidiamoci di tutti. Dai Davide!

3.La tenuta di Borja Valero
Mi piace così tanto vederlo in campo, saperlo lì, (soprattutto quando torna dai difensori e dice “datela a me”) che non mi spiego come un giocatore professionista non abbia mai, mai, 90 minuti nelle gambe. Ma una statistica della scorsa settimana sorprendentemente dice che nel suo ruolo è tra i 3 che in Italia corre di più. Quindi muto!

4.Joao Mario
Quando si parla di lui già lo si pensa come merce di scambio per Pastore. Io allo stadio lo difendo a spada tratta, cerco ogni modo per salvarlo: il gol in nazionale, la tecnica sopraffina, la visione di gioco, il 10 sulle sue spalle… ma niente, non funziona, se non alza lui un po’ l’asticella, noi non possiamo farlo al posto suo.

5. Il pareggio col Torino
“Merda se avessimo vinto coi granata saremmo primi col Napoli” cit. ogni interista.

 

 

 

 

 

 

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