Samir, proviamo a ridere insieme

Tanti Auguri Samir.

Oggi sono 33 e con questa ai nastri di partenza, saranno sei le stagioni in cui difendi la nostra porta. Diciamocelo con assoluta franchezza sono state delle stagioni mediocri (e con questo termine voglio essere decisamente buono), cinque stagioni in cui il massimo risultato è stato un quarto posto. Tu sei stato sicuramente uno dei migliori: medie voto mostruose, prestazioni incredibili e portiere da prendere al fantacalcio ad occhi chiusi. Ma si sa, quando il portiere risulta essere il migliore c’è qualcosa che non va nella squadra. E di cose che non sono andate ce ne sono state parecchie. Troppe.

Però, in tutte queste stagioni c’è stata una cosa che mi ha colpito di te, la tua tristezza. Non ricordo mai un sorriso durante una partita, forse in allenamento si, ma in partita mai.

Ci ho messo un po’ a capire il motivo ma ho avuto l’illuminazione durante Pescara-Inter dell’anno scorso quando siamo passati in svantaggio con un goal di Bahebeck. Si, ha segnato un tale con questo nome e io, subito dopo il goal ti ho guardato: non sapevi che fare, ti guardavi intorno e non ti capacitavi di come Verre, Caprari, Cristante, Zampano e Bahebeck appunto, potessero mettere in difficoltà giocatori come D’Ambrosio, Miranda, Murillo e Santon.

E in quel preciso istante ho capito perché non ridi. Tu non puoi ridere, non puoi essere felice. La spiegazione è una sola: non c’è assolutamente nulla da ridere! Basta vedere Buffon, lui ride sempre, è allegro, ogni tanto smadonna ma è un uomo felice. Tu non lo sei Samir e fai bene a non esserlo e quando dici che vuoi vincere hai ragione, quando dici che vuoi andar via per vincere forse un po’ di ragione ce l’hai. Come si fa a ridere con una difesa come quella della scorsa stagione? Come si fa a sentirsi rilassati quando arrivano giocatori avversari da tutte le parti? Hai ragione Samir.

Per tante volte hai salvato il risultato. Hai parato di tutto, regalandoci spesso delle vittorie. È capitato, spesso, anche di perdere partite improbabili o di soffrire con squadre almeno sulla carta inferiori. Ma noi siamo l’Inter. Siamo l’Inter? Non lo so se siamo sempre l’Inter, a volte non mi sembra la mia Inter perché non si può soffrire così, non si possono concedere quegli errori in fase difensiva. Abbiamo fatto segnare persone assurde, giocatori improbabili capisci? Ma si, certo che mi capisci.

Io immagino i tuoi pensieri. “Ma vedi quello!”, “Danilo ma che stai combinando!?”, “Davide ma come diavolo marchi!?”, “Yutoooo ma cosa fai????”, “Murillo ma non ti puoi far fregare così da Caprari!”, “Ma no, Joao! Non ti ci mettere anche tu!”.

Però Samir, ti assicuro che non è stato sempre così. Un tempo c’erano Zanetti, Samuel, Lucio e Chivu e in panchina c’erano Cordoba e Materazzi e il nostro portierone Julio Cesar rideva, rideva sempre. Io l’anno scorso ti immaginavo sempre preoccupato in settimana, nel sincerarti delle condizioni di Miranda (l’unico difensore discreto) col terrore di sentirti dire “Sto male Samir, giocherà Andreolli al posto mio”. In effetti Samir non c’è proprio nulla da ridere.

Però io sono convinto di una cosa, tu potresti essere la pietra su cui si regge questa baracca. Questa squadra è carente di leader, persone che sgridino i compagni, che spronino e incitino la squadra. Maurito non può esserlo, gli hanno dato sta fascia ma non ha quel carisma necessario a essere leader. Prenditi sta squadra sulle spalle, visto che stai sempre incazzato e sei grande e grosso, sfogati, incazzati, prendili a ceffoni se serve ma fai capire che questa è l’Inter e siamo stufi delle figuracce.

Va beh, oggi è il tuo compleanno e ti lascio andare ma spero di vederti ridere un giorno Samir, voglio vederti rilassato, voglio vederti vincere. Ma con l’Inter e non altrove.

Auguri e speriamo che questa stagione sia ricca di sorrisi. Non sorrisi degli altri ma solo nostri! Proviamoci almeno…

 

 

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