Euroderby, Round 1

È iniziata nel modo in cui nemmeno il più ottimista tra noi poteva immaginare, è finita tra gioia e incredulità che non ci passano più.

C’è la tattica (ne parleremo), ma ci sono soprattutto gli episodi imponderabili che cambiano tutto, sciolgono la tensione e ci lasciano ubriachi e felici. L’essenza del calcio, il motivo per cui lo amiamo oltre ogni logica.

E poi ci sono le facce, le storie. Quella di Calhanoglu, che più è bersagliato dai milanisti, più diventa uomo del destino interista con il suo calcio d’angolo.

Di Dzeko e Mktharyan, accolti come rimpiazzi a buon mercato e fine corsa e diventati uomini gol e allenatori in campo.

Di Simone Inzaghi, che gli ultimi due li ha schierati dall’inizio tra le perplessità di tanti e che nel giro di quindici giorni da quasi esonerato ci regala una superiorità in campo totale.

Poi torna la tensione e resta pure un po’ di rammarico per il calo al secondo tempo dopo aver avuto un’infinità di opportunità per chiuderla.

Ma siamo l’Inter e non deve mai essere tutto (troppo) facile.

Adesso tutto si azzera, c’è una nuova storia.

Ma siamo belli, siamo sicuri, siamo da Champions.

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