Ei fu. Ode al 5 maggio

Ei fu. Siccome immobile,

Dato il mortal sospiro,

Stette la spoglia immemore

Orba di tanto spiro,

Così percossa, attonita.

Hey, lo hanno mandato anche a tre un messaggino per il 5 maggio, vero? E dentro non c’era una poesia, sbaglio? Te l’hanno condivisa la foto di Ronaldo che piange, giusto? Ogni anno il rito è quello, perché ormai hanno trasformato il “5 maggio” nella data della loro festa. Suvvia, sorridici su: lo fanno un po’ per dimenticare il loro 14 maggio di Perugia e un po’ perché ancora sono all’inseguimento della data immemore da mettere in bacheca. Data che anche quest’anno, ahimé, è sfuggita. Suvvia, è lecito sfottò, perché il calcio toglie e il calcio dà. Il passato è il passato. Ma non sbagliamo nel ricordare il passato: la memoria storica ha una sua importanza, nel bene e nel male, nella vittoria e nella sconfitta. Con i dettagli ci racconta sempre qualcosa di importante e da ogni ricorrenza c’è qualcosa da imparare.

Le date, il destino, la cabala o chissà cos’altro hanno tessuto attorno al 5 maggio qualcosa di ben più complesso di quel che quegli altri vorrebbero lasciarci pensare. Era il 2006, infatti, quando deflagrò Calciopoli: il vaso di Pandora improvvisamente si ruppe e ne fuoriuscirono intercettazioni a fiumi, frasi sconvolgenti che parlavano di arbitri e di ammonizioni ad orologeria, di legami inconfessabili e di un sistema che come una piovra aveva abbracciato l’intero calcio italiano. Quel giorno, quel 5 maggio 2006, capimmo molte cose su noi, sugli altri, su tutto. Forse non capimmo cosa accadde proprio il 5 maggio 2002, ma capimmo perfettamente come ci si arrivò. Il 5 maggio 2006 i giornali pubblicarono le intercettazioni e tutti poterono leggere, sapere, capire. 5 maggio, toh, proprio il 5 maggio.

Date, destino e cabala non sembrano però accontentarsi mai: l’opera non era completa. Le condanne arrivarono, ma il maltolto non era mai stato restituito davvero. E così ecco arrivare il 5 maggio 2010 e quella cavalcata di Milito con cui iniziò il Triplete. 5 maggio, ancora 5 maggio, sempre 5 maggio. Da quello della “triade” a quello del “triplete”: il passo è brevissimo, appena pochi anni, ma la differenza è grandissima, abnorme. Dal crollo del Re alla gloria del Principe: pochi anni di rivalsa e confusione, gente che sbaglia a contare gli scudetti, un “mai stati in B” da mettere in grassetto e la storia può ricominciare.

Evviva il 5 maggio, il loro come il nostro. Ridiamoci su, perché il nostro splende ancora. Ridiamoci su, perché ogni 5 maggio profuma già di 22 maggio. Lo senti ancora quel profumo, vero?

Immagine: Wikisource

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