Quattro meglio che tre, cinque meglio che uno, diciannove meglio che sei.
Da Cagliari riprendiamo l’aereo che ci riporta ai freddi di Milano, si spera gli ultimi, con piccole ma granitiche certezze. La prima: la difesa a quattro, specie con le squadre che spiattellano davanti una sola punta (oramai quasi tutte), ci dà più equilibrio di quella a tre. Ad esempio, permette alle nostre due ali, Perisic in particolare, di stare costantemente più vicini alla porta e di fare male, non costringe i due di centrocampo ad affannose ed estenuanti rincorse sulla diagonale bassa, lascia Icardi meno solo. La seconda: fare cinque gol in una partita è sempre meglio che farne uno negli ultimi dieci minuti (smentitemi se vi riesce). Tre: Banega in questo momento ne ha più di Joao Mario.
Va anche ricordato, tanto per volare bassi, che aver vinto a Cagliari è come aver preso l’Oscar per il miglior trucco. E’ importante, certo, ma dopo la premiazione non ti caca più nessuno se non i parenti più stretti.
Handa 6,5
Da quando ha dichiarato il suo amore per il patron cinese, con una mega intervista alla Gazza, è più sereno e coinvolto emotivamente (l’ho visto anche incazzarsi con D’Ambrosio). Stai a vedere che quest’estate riusciremo a venderlo a qualcuno.
Ansaldi 6,5
Il Cagliari non ha Felipe Anderson. Questo gli permette di non peccare di blasfemia e di uscire in maniera decorosa da una giornata facile. Dà sempre l’impressione di sapere fare qualcosa di meglio di quello fin qui mostrato. Ma ci siamo abituati.
D’Ambrosio 6,5
Ormai è entrato nella parte quando si tratta di spingere sulla destra. Gli consiglierei un ripasso di copione in fase difensiva. Farsi portare a spasso da Borriello può essere piacevole se si fa serata al Ritual Club di Arzachena, in area di rigore è poco consigliabile.
Medel 6,5
Eccezionale negli anticipi e nella lettura del passaggio in verticale (in questi fondamentali sarebbe da 7,5), ma ha ancora qualche problema nel capire che vuol dire giocare in linea. Questa sua dimenticanza per poco non ci costa due gol: il primo lo sventa con una rovesciata, nel secondo caso Ibarbo … vabbè, come non detto.
Miranda 6,5
Come Ryan Gosling ha solo tre espressioni, ma di solito il suo ruolo lo interpreta bene.
Kondo 6,5
Nei primi trenta minuti prova a far sospendere la gara spedendo tutti i palloni oltre i parcheggi del S. Elia, in direzione Poetto. Quando però prende le misure non è malvagio e diventa addirittura prezioso in fase di recupero (mi voglio proprio sbilanciare).
Gagliardini 7,5
Segna, ed era ora. Quando gioca mi sembra felice. O forse sono io felice di vederlo giocare. Fatto sta che in lui riesco a vedere solo del bene. Roberto, sposiamoci!
Banega 8
Alzate la mano e ditemi se nella prima mezzora non vi ha fatto incazzare come Gigi D’Alessio dopo l’esclusione a Sanremo. Mancava che si fosse portato dietro il becchime per i piccioni e la giornata al parco dell’anziano Ever era completa. Poi, all’improvviso, ha iniziato a “vedere” il gioco. E ci ha fatto fare il salto di livello. Io gli devo delle scuse, lui mi deve restituire mezzo litro di succhi gastrici.
Perisic 8
Pioli lo dovrebbe aver capito: non si può tenerlo lontano dalla porta avversaria. Due gol, destro e sinistro. Quando lo toglie dalla gara si legge negli occhi la voglia di squartare tutte e quattro le gomme al Suv del mister.
Candreva 6,5
Sono un po’ in difficoltà. Perché alle volte sbaglia i tempi di lettura dell’azione. Ne mette sempre uno in più. E questo mi rende nervoso. Poi però ne fa cento di cross e si danna come un furetto nel pollaio. E allora gli perdono tutto.
Icardi 8
Siamo a 17 reti e otto (forse nove) assist. La gara di andata, quella del litigio con i tifosi, del rigore sbagliato, dello striscione sotto la sua abitazione, è un ricordo sbiadito. Mauro è fondamentale per il nostro gioco. I suoi tagli fanno male assai. In questo movimento solo Belotti lo eguaglia.
Pioli 7
A dieci minuti dalla fine, con l’ingresso di Nagatomo, ci ricorda da dove e con chi eravamo partiti quest’anno e dove siamo ora. Grazie Mister, anche la memoria va allenata.
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