E così alla Juve c’hanno fatto una bella pernacchia quelli del Tar.
Pensa te, volevano il risarcimento per Calciopoli che sarebbe come se Vallanzasca chiedesse i danni all’associazione dei cassieri di banca. Nemmeno i francesi di Ciarlì Ebdò c’erano arrivati a una cosa tanto fatta a provocare.
Volevano 443 milioni, vai a capire te perché 443 e non 445 o 444…
Ora però ce l’hanno scritto bello grosso: il risarcimento per Calciopoli? Ma ci facci il piacere, direbbe Totò (non Schillaci, il comico).
E questo “no” segna una bella riga in terra (non da tirare su col naso, mi raccomando, non vorrei che qualcuno capisce male…) tra chi è stato onesto e chi no.
Fine della trasmissione, Bigben ha detto stop. Potete continuare a minacciare di andare alla Corte di Bruxelles, alle Nazioni Unite, nella dacia di Putin, sull’astronave di Ian Solo, dalla buonanima di Komeini, insomma da chi minchia vi pare.
Potete continuare a tirare botte da orbi qui in Italia che poi quando andate in Europa ci rimanete male che vi sbattono fuori dopo un’entrata delle vostre o fare urli in faccia all’arbitro che Chiellini sembra a Fonzi di heppy deis e nessuno ci dice nulla. Chissenefrega.
Oggi non ci pensiamo, dobbiamo festeggiare, amici nerazzurri, che per me questa notizia vale una qualificazione in cempions o una cena con l’attrice senza mutande del festival di Venezia. Ed è bello che la sentenza arriva in questi giorni che ricordiamo a Facchetti, che tra i tanti meriti che aveva c’è pure che Moggi e gli amici suoi ridevano di lui al telefono. Tanto per ricordare la differenza tra chi stava da una parte e chi dall’altra di quella benedetta riga che parlavamo prima…
Amala e pigliala (in tasca)
Il vostro Pino Robiola
Grande Michele! Hanno prorio la faccia come il culo. (cit.)