Arrivi da due sconfitte brucianti e una pausa nazionale, hai sulle spalle tre infortuni che pesano, potresti impiegarci un po’ a toglierti di dosso l’ansia ed entrare bene in partita.
Ah, no… un minuto e siamo già avanti.
Domini, vinci, convinci, butti Lazaro dentro per spingere il Sassuolo nella sua metà campo e magari arrotondare il risultato.
Ah, no… nell’altra metà campo quasi non ci siamo più entrati e Lazaro ora dovrà vedersela con Antonio.
Sei avanti 4-1, vedi Conte fare ampi segni del tipo “usiamo la testa” e pensi: finalmente una domenica tranquilla, potrei andare al parco, o magari anticipo la chiamata alla fidanzata, anzi no mi faccio un pisolino, oppure si esce prima e ci si gode il pomeriggio.
Ah, no… bisogna aspettare il 95esimo e la fine dell’effetto dell’ansiolitico.
Hai la partita in pugno e l’unica cosa che aspetti ancora con ansia è l’ingresso di Esposito per vedere se potrà esserci utile in mancanza di Sanchez.
Ah, no… dentro Vecino, gambe che tremano e il ragazzino può tornare a sedersi tranquillo.
Vinci 4-1, pensi di averla in pugno, invece ti fai recuperare e a poco dalla fine concedi una palla a Berardi nella tua area piccola. E ben sai quella palla di solito dove va a finire quando succede così.
Ah, no… non va sempre a finire così. Per fortuna.
Hanno tolto l’inno “Pazza Inter” e finalmente certi alti e bassi, lo sai, ne sei convinto, lo hai capito, ne sei persuaso, per forza, non li vedrai mai più.
Ah, no…
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