Lo fate per non andare in Europa League? Male.
Lo fate perché sapete che anche questo allenatore siete riusciti a levarvelo di torno ma è meglio esserne certi? Male.
Lo fate perché tanto sapete che non resterete, che non ci sarete l’anno prossimo e quindi non ne vale la pena, non serve impegnarsi? Male.
Lo fate perché siete sulle ginocchia e non ne avete più? Male.
Lo fate perché in questo momento la società non ha una guida solida e riconoscibile e nel vuoto di potere ci sguazzate? Male.
Lo fate perché siete obiettivamente scarsi, più scarsi di quelli del Genoa che non vincevano dal 1822? Male.
Lo fate perché di contestazioni ne avete vissute tante e pensate che una di più non faccia poi troppi danni? Male.
Lo fate perché non conoscete la vergogna né il pudore e tutto questo rientra nel vostro concetto di normalità e professionismo? Male.
Lo fate per lanciare un messaggio, un altro oltre ai quintali che trasmettete via social (Nagatomo che si lamenta per le critiche, Brozovic in piscina, i tatuaggi di Icardi)? Male.
Quale che sia il motivo per cui state umiliando la vostra professione, la società che vi paga profumatamente e noi poveri fessi, l’errore di fondo è continuare a vendercelo come un momento di crisi. Non è una crisi, questa è una colossale pagliacciata in malafede. Non amo le contestazioni, trovo spaventose e dementi quelle violente (anche solo verbalmente). Non condivido il senso di cori e striscioni per suggerirvi di andare a lavorare perché purtroppo quello è il vostro lavoro, quella la cura con cui lo fate, l’amore che ci mettete. Vorrei chiedervi di non andare a lavorare piuttosto, di non andarci più. Di andare altrove perché alcuni di voi sono in giro da troppi anni e questa penosissima recita l’hanno mandata a memoria. Ponetevi tutte le domande di cui sopra, scegliete una risposta e liberateci di voi e di chi vi ha scelto.
Grazie.
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