Mancava, in questa tormentata stagione dell’Inter, anche lo scandaletto porno soft. Diciamolo subito: qui non se ne parla, non ci si crede, non si fanno nomi, non si mette merda nel ventilatore acceso. Se volete informarvi su questa robaccia – una specie di storiella da seconda media del tipo “ehi, non guardarla cazzo, lo dico a tua madre, anzi no, ti defollowo” – cercate su Google e pascetevi di questa sbobba pruriginosa. A noi, qui, importa solo una questione giornalistico-culturale. Che è questa: i giornali italiani sono davvero attrezzati a maneggiare una vicenda erotico-sportiva con i dovuti modi senza scendere nel pecoreccio?
La risposta è: no. Mancano gli strumenti, manca una visione. Dare addosso all’Inter va bene, ok, ma in qusto spiacevole frangente farlo con eleganza è un’altra faccenda. E se improvvisamente la questione si tinge di sfumature di rosso, di grigio, di nero e di azzurro, ecco, come venirne fuori? Non temete, colleghi. Ecco il consueto tutorial per gli amici titolisti che mai dovessero occuparsi (speriamo di no) di Inter e sesso nelle prossime settimane: dieci titoli con i quali andare via lisci su vicende spinose senza rinunciare a strizzare l’occhio al lettorato più becero e maschilista (cioè il 99,9%). Prendete pure spunto, è gratis.
1. Sì, dai, vieni più Vecino. Un titolo utile per affrontare il problema irrisolto sempre attuale della compattezza del nostro centrocampo: riempire efficacemente gli spazi tra le linee per impedire agli avversari di inserirsi e ripartire.
2. Miranda. Prendendo il titolo paro paro dal celeberrimo film di Tinto Brass, è l’ideale a corredo di una lunga intervista al nostro difensore centrale, un ritrattone tecnico e umano con il solito melassoso rimpallo tra saudade brazileira e “quanto mi piace Milano ho sempre sognato di venire a giocare qui”.
3. Piccolo glande uomo. Tenuto inutilmente in serbo per Nagatomo, potrebbe venir buono per Rafinha o per l’improbabile esordio nella porno-Inter di qualche Primavera efebico ma almeno sotto l’uno e ottanta.
4. Trombo di tuono. Sempre utile a sintetizzare efficacemente due virtù essenziali del nostro centravanti, quella realizzativa e quella realizzativa (capisciammè).
5. Rocco e i suoi Padelli. Le interviste impossibili: la star planetaria del porno mandata a intervistare il portiere di riserva della porno-squadra, uno abituato a starsene sempre dietro ma per definizione pronto a entrare.
6. Sei la mia Borja. Sempre per il filone “intervista lunghissima e ruffiana per riempire una pagina”, ecco il ritrattone del nostro sofferente cervello spagnolo, un incrocio tra Iniesta e l’abate Faria, un uomo serio a cui non si può non voler bene, un centrocampista di movimento, ma sempre meno.
7. Le affinità erettive. La questione è verticalizzare, giocare in verticale, inserirsi, penetrare. Non sempre lo facciamo, questo è il problema. Quando almeno due nerazzurri capiscono che la via per segnare è quella, le cose migliorano.
8. Biancaneve sotto i nani. La metafora della fragilità della nostra fase difensiva messa alla prova dell’attacco delle meraviglie del Napoli.
8-bis. Biancaneve sotto Nani. La metafora della fragilità della nostra fase difensiva con l’esuberanza dello stagionato ma sempre pericoloso attaccante portoghese della Lazio.
9. Il culo sopra Berlino. Titolo molto di nicchia, caso mai si tornasse in Europa e caso mai il sorteggio ci riservasse l’Herta affrontata ormai 18 anni fa in un doppio confronto appassionante in Coppa Uefa, e caso mai oggi come allora segnassimo il gol qualificazione quasi allo scadere (ma in trasferta).
10. Pinamonti davanti, di dietro tutti quanti. In occasione di un’amichevole infrasettimanale con la Caronnese, Spalletti prova un inedito modulo ad albero di Natale, con Pinamonti centravanti davanti a Eder e Karamoh, dovesse mai servire in campionato asparigliare le carte senza scomodare quegli scioperati di Perisic e Candreva.
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