Ma io difendo Frank.
E non sapete quanto possa essere difficile in questo momento.
Lo difendo consapevole di tutti i rischi del caso.
Il primo: quello di prendere una legnata con la Juve. È possibile, non auspicabile, ma la Juve gioca a memoria, ha una coppia d’attacco formidabile e tante altre cose che non vi elenco. Noi arriviamo stanchi (mentalmente) e sfilacciati. Nulla è perduto e tutto è possibile ma la Juve è forte. Punto.
Il secondo: che Frank, dalle 20,30 di domani, diventi carne di porco e che questo articolo diventi ridicolo. Il processo di stagionatura è già iniziato in tutti i giornali sportivi (che danno in arrivo Capello o Prandelli). Non credo ai complotti, se i giornalisti si muovono lo fanno perché hanno percepito una certa aria “frizzantina” che circola alla Pinetina (mi scuso per la rima). Magari sarebbe bello capire chi abbia appiccato il fuoco (giocatori, dirigenti o procuratori?).
Io difendo Frank perché difendo un’idea.
Di gioco e di vita. Nel calcio, come nella vita, non si inventa nulla. Ci vuole tempo. Abbiamo chiamato in corsa un allenatore che è abituato a lavorare in maniera seria. Non a improvvisare. Se volevamo una panchina stagionale potevamo fare uno squillo a Nedo Sonetti.
Io difendo Frank anche dopo l’imbarazzante sconfitta di giovedì sera.
Lo difendo dagli attacchi violenti e gratuiti di certi commentatori in rosa. Alcuni di loro hanno sostenuto che per l’Inter quella contro gli israeliani era la partita che valeva un’intera stagione (con l’Hapoel!), e che il tecnico olandese non doveva fare il turno over. Ecco, io difendo Frank perché per me, invece, il turn over era imprescindibile (di grazia, quando avrebbe dovuto farlo?), mentre certi commentatori no.
Difendo Frank perché, ahimè, ha ereditato una manica di pippe, costose, superbe e inutili.
Lo difendo perché negli undici messi in campo giovedì scorso non c’era nessuno che lui abbia scelto o ne abbia caldeggiato l’acquisto.
Melo non l’ha voluto Frank ma il suo predecessore, di cui certa stampa è orfana. Se il brasiliano non gioca contro gli israeliani mi domando quando possa giocare. Forse mai. Ammetterlo sarebbe un bel passo in avanti.
Difendo Frank perché se Nagatomo non sa difendere e ha perso la brillantezza anche per attaccare mi domando di chi sia la colpa, se di un allenatore che lo ha visto per la prima volta quattro settimane fa già cambiato e pronto ad allenarsi o di chi ha caldeggiato il suo rinnovo contrattuale.
Difendo Frank perché se D’Ambrosio si perde in area uomini come io le chiavi di casa mi domando se sia colpa di un allenatore che è costretto a metterlo in campo o di chi ha voluto, negli ultimi anni, più terzini che magliette.
Io difendo Frank perché se Eder non è una prima punta, e una prima punta non lo è neanche Palacio (ormai avremmo dovuto capirlo), mi domando, in assenza di Icardi, chi possa giocare in quel ruolo.
Io difendo Frank anche da chi lo vorrebbe più elettrico in partita.
Non mi sono mai piaciuti gli allenatori irrequieti e agitati. Li ho trovati sempre ridicoli e poco funzionali. Ricordo che ne avevamo uno in panchina qualche tempo fa: si chiamava Walter Mazzarri. E sappiamo come è finita.
Io difendo Frank, ma gli vorrei anche dire che non ha più alibi.
È un mese che è arrivato. Dovrebbe aver conosciuto tutti, anche i magazzinieri. E un’idea sui giocatori se l’è anche fatta. Chi rende chi no, chi è demotivato (Brozovic, chi era costui?), chi è sgangherato, chi è ormai da brodo.
Frank ti difendo ma non vorrei rivedere certe facce in campo.
Meglio la sfrontatezza della gioventù al declino spirituale e fisico di certi giocatori.
Meglio una struttura all’anarchia.
Meglio averci provato che dover rimpiangere.
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