Di alcuni giocatori avremmo tranquillamente fatto a meno. Mi viene in mente Vampeta, per non cadere nella tentazione di pensare a Gresko come alla peggiore delle maledizioni. O al talento inespresso di Vincenzino Scifo, sacrificato da Trapattoni per Matteoli, e meno male, visto come andarono le cose l’anno dopo. Abbiamo visto passeggiare Ciriaco Sforza, passato allo storia più per uno sketch di Aldo, Giovanni e Giacomo che per una partita, dico una, buona. Ma siccome il calcio è un romanzo che si erge nel momento in cui si racconta ciò che non è stato scritto, ho pensato ai giocatori che avrei voluto vedere in maglia nerazzurra, e che non ho visto mai.
Avrei voluto vedere Dragan Stojkovic, talento purissimo. No, non quello visto a Verona, ma quello che scherzò tra le linee perfette dei meccanismi di Sacchi, facendo impazzire la falange slava accorsa a San Siro quella sera. Se nella Jugoslavia, l’ultima Jugo, è riuscito a giocare insieme a Savicevic, chissà cosa avrebbe potuto fare insieme a Lothar, magari in appoggio ad una punta come Klinsmann.
Mi sarebbe piaciuto vedere Nesta, nell’estate in cui noi prendemmo Cannavaro. La storia dirà che si è trattato di due grandissimi campioni, e che anzi Cannavaro ha vinto il Pallone d’Oro, mentre Nesta no. Cannavaro che da noi fa il terzino destro, che segna un gol di collo pieno con la Reggina perché non sa che farsene del pallone, e che vive un annata da separato in casa, è un altro giocatore, e un giorno qualcuno mi dirà cosa è successo davvero. Nesta con la maglia nerazzurra ci sarebbe stato benissimo, anche solo per rifarsi di quella notte. L’unica in cui non beccò un pallone nemmeno per sbaglio.
E Chris Waddle? Che giocatore l’inglese. Giocava nel Marsiglia, ed è raro vedere un inglese dominare in Francia. A parte Carlo IV, naturalmente. Se Papin era il terminale offensivo di quella squadra, Waddle era l’anima, il coraggio, l’inventiva. Un giocatore immenso, immensamente sottovalutato.
Cantona, e la storia si rovescia. Un francese ad Albione. Moratti provò a prenderlo in tutti i modi. Non ci riuscì e tornò a casa con Paul Ince. E non andò male. Cantona è il giocatore più interista tra tutti quelli che non abbiamo mai avuto. È come se, in un certo senso, l’avessi visto giocare insieme Ruben Sosa, e che coppia sarebbe stata quella. Perché vicino a Ruben ci voleva proprio uno come lui, in grado di alzare il colletto.
Lars Ricken, gran centrocampista. Uno di quei talenti che a furia di esaltarne le doti ti accorgi che hanno compiuto 35 anni, e la loro carriera sta per volgere al termine. Avrei voluto vederlo in nerazzurro anche solo per quel gol segnato alla Juventus nella finale di Monaco. Non mi sarebbe spiaciuto nemmeno Chapuisat, perché era uno di qui centravanti brutti da vedere, ma efficaci come pochi.
Dino Baggio, e questa è una ferita. Perché l’altro Baggio è passato dall’Inter ma solo per una stagione, come contropartita, diciamo pure come buonuscita per l’ingaggio di Trapattoni. Fece una buonissima annata, ma la Juve lo riprese, cedendolo a sua volta al Parma qualche tempo dopo. In my humble opinion uno dei migliori centrocampisti italiani degli ultimi 25 anni. Ogni volta che ripenso a Pizzul che dice “È un buon tiratore” rimpiango di averlo visto all’Inter per un solo anno.
Avrei voluto tanto Xabi Alonso, e sinceramente l’avrei preso quando giocava nella Real Sociedad. Per eleganza e carisma sarebbe stato l’uomo giusto per sostituire l’affaticato Di Biagio del 2005. Ho amato Xabi talmente tanto da seguirlo ovunque ed esultare per le sue due Coppe. Quella di Liverpool (con il rigore prima parato poi realizzato, come se quello fosse davvero il più perfido dei copioni), e quella di Madrid, vissuta dalla tribuna con il trasporto di un capitano.
Ne avrei voluti tanti ancora: sarei stato curioso di accogliere uno come Bebeto, perché non posso sopportare che un giocatore come lui abbia dedicato gli anni migliori al Deportivo La Coruna, Davor Suker, Ryan Giggs, il gigantesco Petit di fine anni ’90. Ma non sono rimpianti, al massimo suggestioni. Illusioni, o forse semplicemente pacchi alla Kondogbia che non abbiamo mai preso.
George Best. Visto in tv e 2 (due) volte dal vivo in inghilterra..il massimo.Niente gli si è più avvicinato su questa terra. Ma io ho più anni di te…
Il dramma è quando volevi dannatamente un giocatore ed è arrivato davvero. Io ne volevo due: uno era Wim Jonk. Qllora, nell’epoca pre-internet, non conoscevo nessuno che lo conoscesse, ma mi son beccato sufficienti insulti dai miei amici perché loro, invece, conoscevano tuti Bergkamp. E certo, piaceva anche a me, ma io ero tre volt più felice per Jonk, il pacco-regalo, che non per l’Olandese non-volante (il mio alter-ego in negativo, visto che Hendrick van der Decken era, secondo la leggenda, il capitano della più famosa delle navi fantasma).
Alla fine, credo che Wim abbia fatto molto bene, e mi dispiace che non sia rimasto più a lungo. Ma come si dice da (una delle) mie parti, “piutòst che niéent l’è mej piutòst”…
L’altro invece era Andy. Quella partita ad Highbury dove fece impazzire Andy Cole, Wenger e tutti noi che eravamo incollati alla TV, non me la dimenticherò mai. L’unica partita dove il van der Meyde della mia fantasia giocò da van der Meyde. Che rimpianto!