Potremmo scomodare Nick Hornby di Febbre a 90° ma sarebbe troppo semplice, e in ogni caso sarebbe già visto. La grande verità di un campionato che inizia, e ti dà la possibilità di dimenticare quello precedente. Comunque sia andato. Preferisco scomodare Niccolò Fabi, la sua “Costruire“, canzone nella quale dice “Si vivesse solo di inizi, di eccitazioni da prima volta, quando tutto ti sorprende e nulla ti appartiene ancora“. E allora, oltre all’odore di un libro nuovo, a quello di vernice fresca, al regalo da scartare e al giorno prima della festa noi penseremmo tutti alla prima di campionato, all’aria frizzante che si respira a San Siro, ad una Milano di fine agosto che sta pian piano tornando alle proprie occupazioni e preoccupazioni, e tra, queste, inevitabilmente, c’è l’Inter.
Un inizio è un inizio e lo sa anche Spalletti, lui che ha già iniziato a costruire e che oggi potrà finalmente sentire l’urlo dei 50.000. Non ci appartiene ancora la sua Inter, se non in questa versione soft estiva. Non ci appartiene perché non l’abbiamo ancora vista giocare a San Siro, dove tutto è più difficile ma tremendamente più bello, ed è per questo che siamo tutti disposti a dimenticare l’annata appena trascorsa e far finta che Icardi sia il capitano ideale, che Perisic non abbia mai chiesto di andarsene, che Handanovic possa accennare un sorriso dopo una vittoria e persino che Nagatomo sia un giocatore da Inter. Siamo emozionati, siamo eccitati, siamo pronti, come sempre.
E proprio perché i nuovi sono pochi, e come ha detto più di qualcuno sono “funzionali” (nemmeno fosse una cosa brutta), l’eccitazione del nuovo inizio non è dedicata a pochi eletti, ma a due meravigliosi colori: il nero e l’azzurro. A prescindere da chi li indossi.
Spalletti ha chiesto ai suoi giocatori di mettere nelle proprie cuffie, oltre alla musica, il boato dei 50.000 di San Siro. Io suggerisco di non portarle proprio le cuffie, di spegnere la musica, perché non ci musica più dolce di San Siro nel giorno dell’esordio. Perché oggi sarà un esordio, e gli inizi vanno goduti. Noi non vediamo l’ora. Tocca a voi. Il campionato porta con sé qualcosa di magico, sopratutto per chi non deve ricominciare, ma iniziare. E allora, iniziamo.
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