Quando arrivò nel 2014 la fama di rissoso lo precedette. Lo chiamavano il Pitbull per il suo stile di gioco aggressivo e inesorabile, tutti ci aspettavamo di vedere un giocatore scorretto e attaccabrighe. Non fu così, non è mai stato così. Mediano di corsa e fatica, disposto ad adattarsi a un ruolo diverso da quello che copre in nazionale (centrale difensivo ed eroe cileno), Gary Medel ha giocato senza mai risparmiarsi, ha rispettato avversari e compagni di squadra, è stato un esempio di disponibilità e umiltà. Apprezzato e voluto da Mazzarri, amato da Mancini, rivalutato da Pioli (e condannato sul più bello da un infortunio al menisco). In 91 partite di campionato con l’Inter ha segnato un solo gol, ciabattando una bellissima palla contro la Roma nella partita che poteva cambiare un campionato. 3 anni di corsa e amore, mai una parola di troppo, mai una polemica nonostante la grande disparità di trattamento ricevuta dalla stampa e dai tifosi rispetto ad altri meno solidi e dignitosi. Troppo poco tecnico per manovrare e dettare i ritmi della squadra, troppo poco fisico per cucire le carenze altrui senza sfiancarsi, apprezzato da tutti i suoi allenatori per la volontà di ferro con cui ha tentato di sopperire a questi difetti. Un professionista.
Quando arrivò nel 2014 la sua fama di cattivo ragazzo fuori dal campo era a livelli di guardia. Un incidente terrificante in macchina, una ragazza morta a casa sua durata una festa, caduta da un balcone in circostanze misteriose ma che nulla avevano a che vedere con Medel. A Milano ha avuto una figlia, la quarta, e trovato un nuovo amore. Ha legato con l’ambiente e si è fatto apprezzare per le doti umane, per la voglia di essere parte di una famiglia con milioni di membri, quella dell’Inter. Ora che se ne va Gary Medel ci lascia con un messaggio splendido, una prova d’amore pensata, voluta e scritta da uno che forse non è stato amato abbastanza.
Lasciare l’Inter per me non è facile. Voglio ringraziare tutti coloro che hanno fatto parte di questi tre anni meravigliosi: i miei compagni di tante battaglie, allenatori, medici, fisioterapisti, magazzinieri, cuochi, e tutte le persone che lavorano in questo meraviglioso club. Ai dirigenti, che mi sono stati sempre molto vicini. E soprattutto ai tifosi che mi hanno mostrato sempre tanto affetto. Buona fortuna per ciò che arriverà, vi seguirò sempre. Forza Inter.
In giorni tristi e vili come questi, tempi in cui calciatori capricciosi ricattano le società non presentandosi agli allenamenti, mettendo il broncio durante le foto di squadra e comportandosi come ragazzini viziati, leggere un messaggio come quello di Medel riempie il cuore, al di là di ogni considerazione sulla sua utilità e sul ruolo. Gary Medel lascia Milano a testa alta, anche noi lo seguiremo con affetto nella sua nuova avventura e in quelle dopo ancora. Non un rissoso Pitbull, non un attaccabrighe indisciplinato, piuttosto un giocatore di cuore e un interista vero.
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