Fuori le qualità (24 ore dopo Marassi)

Sono 24 ore che mi tormento sul concetto di qualità? Cos’è davvero la qualità? Ed ha ragione o torto Luciano da Certaldo a dire che noi non ne abbiamo? E se avesse davvero voluto dirci altro, nella conferenza stampa post Napoli? Ieri per esempio mi sono sfogato con un amico reo di non avere il coraggio di prendere una decisione importante, una di quelle che ti cambiano la vita, per intenderci. Gli hi detto “Non hai qualità! Ci vuole qualità per fare certe scelte!” Davvero pensiamo che Brozovic, Icardi, Rafinha e Perisic non abbiano qualità? Oppure, negli ultimi tempi, è mancato qualcos’altro?

Nel dubbio Mauro Icardi ha pensato bene di segnare un paio di gol di merda, senza qualità. Di tacco, di contro-balzo, d’opportunismo. Trasformando anche un rigore contro un portiere che ultimamente ne aveva parati quattro. Sempre senza qualità, sia ben intenso. Finalmente, tra l’altro, abbiamo anche noi un avversario reo di mancato impegno nei nostri confronti. Era ora. Non ci capitava da anni. E così, dopo aver affrontato il Real Crotone, la Dynamo Spal Ferrara e il Bayern Bologna, finalmente ci siamo conquistati anche noi la nostra Scansdoria. Si scherza, detto tra noi. Chi scrive è uno di quelli che non sopporta certi complottismi nemmeno quando si parla degli avversari della Juventus o del Napoli. Se qualcuno inizia a scansarsi – verbo molto antipatico tra parentesi – anche contro di noi, vuol dire che qualcosa inizia a cambiare.

In meglio.

Unico segnale inequivocabile del complotto è questa sosta, che davvero non ci voleva, per noi. La Lazio sembra in calo, e adesso la posta dell’Europa League si fa davvero interessante. La Roma cresce, ma a breve arriva un doppio impegno tremendo contro il Barcellona. Lo stesso Milan, alla quinta vittoria consecutiva, sembra avere un po’ di fiatone, ben celato dalla gioventù di Cutrone e Silva su tutti. La Juve, persino la Juve. Vabbè lasciamo perdere la Juve, ok. Non ci riguarda. L’Inter sembra essersi messa alle spalle il momento peggiore, e quindi sarebbe stato decisamente meglio andare avanti. Ma tant’è. Non ci resta che goderci questo nuovo assetto, che vede il privodiqualità Brozovic finalmente a fare legna in mediana, Rafinha a dare del tu al pallone e Cancelo a completare quel processo di crescita che ci auguriamo tutti non sia propedeutico a rimandarlo a Valencia più maturo.

Poi la differenza, la vera differenza, la fanno sempre quei due. Perché il vero gap tra l’Inter vista fino a Natale e quella del 2018 è nella vena di Perisic e Icardi. Se loro alzano i giri, questa diventa una squadra da primi quattro posti. Quella che ad oggi non ha perso nemmeno uno scontro diretto e che può anche annientare un paio di avversari (il grande mistero resta capire perché la Sampdoria è l’unica squadra presa a pallonate sia a San Siro – dove stavamo rischiando di pareggiarla, ma se finiva 9 a 1 non c’era nulla da dire – che a Marassi). Se Icardi e Perisic sono così sensibili alle bordate di Spalletti, che dopo averli coccolati anche nei momenti più difficile ha deciso di pungolarli in altra maniera, allora si consiglia di alzare ancora di più il tiro. Tipo mandarli a fare in culo una volta a settimana o dire che non sanno sparecchiare, non sanno guidare l’automobile, si pettinano o si vestono di merda. Tra l’altro su questi ultimi due punti non ci sarebbe nemmeno tanto da obiettare.

Noi ci auguriamo di vedere sempre poca qualità, come ieri a Marassi. Dove finalmente, anche se solo per 90 minuti – a cui speriamo si dia continuità  si è vista una, anzi due, qualità così.

 

 

 

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