E poi hanno visto Tagliavento esultare insieme a Sotomayor, all’elefante rosa e al Tonno Insuperabile (le fake news ai tempi di Orsato)

Fermiamoci. La produzione di video-verità, la ricerca frenetica di scoop e labiali incriminati ha superato il livello di guardia. Il complottismo ossessivo ha spinto alcuni a pensare che il quarto uomo potesse dire all’arbitro (usando l’interfono ufficiale e senza coprirsi la bocca): “Nel recupero la vinciamo”. Quotidiani nazionali riportano la notizia del sequestro di un video in cui Allegri parla con Tagliavento della propria espulsione come fosse la pistola fumante di un rapporto fraterno e pernicioso tra Allegri stesso e Orsato.

Che l’onda lunga dei veleni di Inter – Juventus sarebbe stata particolarmente intensa lo potevamo immaginare, che si stia toccando un livello di isteria collettiva no, era sinceramente imprevedibile ed è un bel problema. Un bel problema perché a forza di prenderla a martellate la macchina si rompe.

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L’arbitraggio di Orsato è stato pessimo, più per una questione di sfumature che di macro-errori. Ha sbagliato in entrambi i sensi ma gli errori ai danni dell’Inter sono stati più meditati, quasi fossero dettati da un pregiudizio. Quasi, senza che diventi un sottil venticello, ma con la consapevolezza di quel che scrivo. Il modo, i modi di Orsato sono spesso intrisi di quel paternalismo severo che hanno gli arbitri che non riescono a essere autorevoli e quindi han bisogno di rimproveri e bacchetta. Se ricordate il triste dialogo con Icardi del 5 febbraio 2017 (quello della minaccia di espulsione e del conto fino a cinque), capirete che abbiamo di fronte un arbitro molto fallibile (questo lo diamo per scontato e lo consideriamo umano, ci mancherebbe), e molto poco capace di dialogare con i suoi errori, Da tre giorni ci struggiamo su quei mancati cartellini a Pjanic, che poi sono il vero punto dolente della partita.

Assodato che Orsato ha arbitrato male, che anche la Juventus reclama un rigore e un rosso a Skriniar e che fingere non ci fossero sarebbe disonesto (anche se i momenti della partita erano diversi), proviamo a riflettere tutti insieme e a darci una risposta che sia unica e definitiva: questo campionato è stato falsato, è truccato o peggio ancora siamo di fronte ad arbitri corrotti?

Se la risposta è sì, urge un’azione determinata, una soluzione tempestiva non solo da parte dell’Inter ma anche di tutte le altre squadre di serie A i cui dirigenti pensano di aver subito torti programmati. Che ritirino subito le squadre, perché oltre alla beffa e alla tragedia sportiva saremmo di fronte a un terribile danno economico. Che gusto c’è poi a partecipare a un campionato il cui esito è già scritto? A meno che il calcio non sia diventato una zozzeria circense sul modello del wrestling, la cosa non ha alcun senso. Infatti non ne ha.

Se invece, come assai più probabile, siamo di fronte a un problema antico che non trova soluzione (ne avevamo già parlato qui), la cosa è un po’ angosciante. Perché se l’Inter ha un problema di mal sopportazione e fatica reciproca con la classe arbitrale, questa cosa va affrontata una volta per tutte. Se come dicono accreditate voci arbitrali c’è ancora in giro qualche fischietto che si è sentito insultato e vilipeso dalle vicende di Calciopoli, l’Inter deve prendere la questione di petto e risolverla. Sono passati 12 anni e non si può essere ancora fermi all’anno zero della diffidenza e dell’astio. L’Inter fu parte in causa della vicenda, fu parte lesa (al di là di ogni possibile ricostruzione e della correità in alcuni profili), e non è possibile che quella ferita non sia stata ancora sanata.

Avete mai osservato con attenzione gli arbitraggi di Rocchi, le prestazioni di Rocchi quando in campo c’è l’Inter? Ecco, quel tipo di antagonismo arbitrale, diffidenza reciproca e delegittimazione porta male a tutto i calcio. Non solo all’Inter, non solo a Rocchi. Quindi è ora di intervenire, ma chi interviene? Nel vuoto pneumatico di rappresentanza che è la società nerazzurra di questi tempi, chi si prende la briga di firmare una pace definitiva, seria e solenne per quanto ufficiosa? A calcio si gioca con un arbitro, facciamocene una ragione.

Abbassiamo i volumi. Se l’amministratore delegato dell’Inter ritiene che siano successe cose inaccettabili, chieda udienza e le esponga, lo faccia con una buona documentazione, con la conoscenza dei fatti e con credibilità (sempre che ne abbia accumulata, cosa che speriamo). Ma lo faccia lui e si plachino i produttori di fake news, i nervosetti da social network e gli ultrà da tastiera.

So che tutto ciò è impopolare e che forse avreste preferito leggere anche qui qualche teoria millenarista del complotto, ma la razionalità vuole che si cerchino le cause e si risolvano i problemi per impedire che gli effetti si replichino all’infinito.

L’Inter ha un problema con gli arbitri? Sì, con alcuni arbitri. La Juventus gode della simpatia degli arbitri italiani? Non ci riguarda, nel senso che non è un tema alla nostra portata e se così fosse torneremmo all’ipotesi del complotti e del campionato senza competizione. Credibile? No, mi rifiuto. La Juventus sta per portare a casa il settimo scudetto di fila, si fa forte della sua reputazione vincente, esercita sugli arbitri quella forma di moral suasion che è tipica dei più forti. Lo fa con l’arroganza e il gusto di quell’arroganza che negli anni è diventato un marchio distintivo. Incassa con piacere gli errori a favore, s’imbestialisce e grida allo scandalo quando subisce torti veri o presunti.  Fa parte del gioco, è un metodo di pressione che esiste in tutti gli sport, solo che la Juventus gioca in Italia e lo esercita con le modalità che da noi sono consuete: più aggressive, più spregiudicate. Poi ci si mette la canea del Bar sport e tutto si fa ancora più torbido. Ci sono stati episodi clamorosi in questi anni (dal gol di Muntari in poi), ma rifiuto di credere che imprenditori di successo e poco teneri come gli azionisti di quasi tutte le squadre di serie A accetterebbero di buttare del denaro in un gioco truccato. Lo facessero, mi arrenderei: saremmo di fronte a un caso di ipnosi collettiva e masochismo senza precedenti.

Quindi, di nuovo: l’Inter ha un problema con gli arbitri? Sì. La Serie A ha un problema con gli arbitri? Sì. Possiamo in qualche modo pensare che sia risolvibile? Sì, ma bisogna fare in fretta, perché così alla lunga si rompe tutto, così rischia di restare solo la Juventus, la sua lunga serie di scudetti tutti lustri e impilati e un sistema senza fiducia nelle regole del gioco. Il calcio ha una grande anima ma non può reggere ancora tanti Orsato, davvero no.

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