Senza Titolo, Senza Titoli

Di Hendrik van der Decken

Nell’infinto masochismo di alcuni dei miei compagni di tifo, qualcuno mi ha persino chiesto cosa avrei scritto dopo Inter-Cagliari e l’assurdo cortocircuito che ha fatto implodere ogni componente del mondo nerazzurro.

Ho risposto che sono stanco.

Stanco di vedere incompetenze diffuse su tutti i livelli dell’interismo, del club, del campo, fuori dal campo.
Stanco di vedere tifosi che son contenti quando un giocatore sbaglia un rigore.
Stanco di vedere giocatori che sono fenomeni sempre prima di arrivare all’Inter e dopo essersene andati, mai durante.
Stanco di vedere curve che dettano la linea.
Stanco di vedere professionisti compiere assurdità per le quali io avrei perso il posto di lavoro cento volte, usando la stessa approssimata noncuranza.
Stanco di vedere che quella volta ogni dieci anni che ci danno un rigore farlocco lo sbagliamo.
Stanco di vedere tifosi che son contenti perché l’allenatore ha delle difficoltà, perché l’importante è aver ragione.
Stanco di vedere allenatori che perdono la bussola non appena passano il cancello della Pinetina.
Stanco di vedere giocatori che a venti minuti dalla fine non ne hanno più. Per la sesta stagione consecutiva.
Stanco della retorica della Pazza Inter: voglio una squadra normale che batta Chievo, Palermo, Bologna e Cagliari e perda con Juve e Roma, quando e se le prime quattro sono meno forti di te e le ultime due sono più forti di te.
Stanco di vedere un ambiente che non ha la minima voglia di coalizzarsi per il bene dell’Inter.
Stanco di vedere un paese di razzisti vomitare fango sull’Inter attraverso i giornali e guardarsi bene dal disturbare altre proprietà, perché alla fine tutti tengono famiglia.
Stanco di vedere perdere partite ogni volta in modo più assurdo della precedente, proprio quando avevi pensato che non si poteva fare ancora più assurdamente peggio.
Stanco di vedere giocatori che non si incazzano in campo.
Stanco di dover pensare sempre alla prossima stagione, al prossimo acquisto, al prossimo allenatore.
Stanco di vedere cambi di proprietà, di presidenza, di allenatore, di staff tecnico, di giocatori, di stagioni ed essere ancora inchiodati all’interismo di Helsingborgs, o del Lugano, o dei motorini che vengono giù dalla curva.
Stanco di vedere che quando da noi piove, grandina. Sempre.

No, non credo che scriverò qualcosa. Al limite continuerò ad urlare “Forza Inter”, di questo non mi stancherò mai.

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