Cozza Inda

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Si possono affermare, più o meno serenamente, due cose altrettanto vere: 1) questa squadra e il suo allenatore hanno bisogno di tempo, probabilmente molto; 2) pur con tutta la pazienza di questo mondo, non si può non vincere con questo Palermo, no, no e poi no. Quindi, dopo essersi contraddetti nel breve volgere di due righe, bisogna decidere per cosa bisogna rassegnarsi: 1) all’attesa, nella speranza di vedere qualcosa di buono il più presto possibile, e fare un tifo responsabile quasi zen; 2) alle incazzature, o alle delusioni, che già ci ammorbano l’attesa di cui sopra (un punto contro Chievo e Palermo, cioè, si sono visti inizi migliori).

Il quadro è piuttosto drammatico, parlandone oggettivamente. Un mese – 30 preziosissimi giorni – l’abbiamo perso dietro le paturnie di Mancini. Fisicamente, siamo delle mozzarelle: le tournée porteranno anche soldi, ma guarda come ti riducono (tantopiù se il tuo allenatore dell’epoca si comporta da dead man walking e tu non sai che cazzo fare). Poi arriva un nuovo mister che non parla italiano, non conosce il calcio italiano e – non potrebbe essere altrimenti – di fronte a questo popò di casino chiede tempo. E gliene o occorrerà parecchio, con altri due giocatori nuovi da inserire e quelli vecchi da risistemare.

Ecco: quelli vecchi sono al momento la vera profonda delusione. Mettici pure tutte le attenuanti, mettici anche che chiudi gli occhi e fai oohhhhmnmmmmmmm perchè hai deciso di metterti in stand by (la faccenda dell’attesa). Ok, perfetto, ma c’è una percentuale di impresentabili che ti mette una certa angoscia. Ragazzi, noi aspettiamo, per carità. Ma voi datevi una mossa.

Rispetto al nulla di Verona, ieri si sono viste le occasioni: perlomeno abbiamo riprovato il brivido antico di tirare verso la porta avversaria, quel gesto tecnico che con un po’ di culo può produrre il gol. Che la metà di queste occasioni sia capitata a Medel, ecco, meriterebbe un’ulteriore riflessione, o una disamina tecnica che non sono in grado di affrontare. Cinque-sei occasioni più che nitide, ma anche cinque-seicento passaggi sbagliati. Faceva caldo? E vabbe’ ragazzi, avete le maglie tecniche, vi danno da bere: è uno sforzo che, alla vostra età, si può fare senza grossi rischi.

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